Il simbolo perduto
Dopo più di 15 anni, ho deciso di riprendere in mano un libro di Dan Brown. In passato questo autore non mi ha mai delusa, anche se c’è da dire che Il codice da Vinci e Angeli e Demoni li ho apprezzati di più rispetto a La verità del ghiaccio e Crypto.
Il simbolo perduto è infatti il quinto romanzo giallo dello scrittore ex professore universitario e storico dell’arte, pubblicato il 15 settembre 2009 in contemporanea in Gran Bretagna, negli Stati Uniti e in Canada. In Italia è stato pubblicato il 23 ottobre 2009, quando è praticamente arrivato nelle mie mani.
Era sullo scaffale insieme ai precedenti e ai successivi da 13 anni e ora ho deciso che era arrivato il momento di tornare a vivere una bella avventura con il Prof. Robert Langdon.
Robert Langdon, per chi non lo conoscesse, professore di simbologia ad Harvard, riceve una telefonata dall’assistente del professor Solomon, suo caro amico, che gli chiede di recarsi in Campidoglio a Washington per una conferenza sulla Massoneria, di cui Solomon fa parte. Robert accetta ma presto si troverà nei guai, sarà costretto a risolvere un antico enigma. Anche la sorella di Solomon verrà, suo malgrado, chiamata in causa, Katherine è una ricercatrice che studia le “scienze” noetiche e le potenzialità della mente umana cercando una connessione tra scienza moderna e sapere antico. Intanto anche la CIA sembra interessata all’accaduto e Inoue Sato, capo di un reparto della CIA, incontra personalmente Langdon alla Rotonda del Campidoglio, desiderando che il professore risolva l’antico mistero.
Per tutto il tempo Robert avrà problemi a fidarsi, sa bene che alti poteri, vorrebbero mettere le mani su quelle risposte nascoste per così tanto tempo. Ma quello che il professore non sa è che sono in ballo tanti rischi, la sua vita, quella di Katherine e del fratello e la storia stessa della Massoneria.
Ma alla fine Peter Solomon decide che Robert Langdon, dopo gli eventi di quella sera e dopo essere riuscito a decifrare quasi completamente l’enigma, è degno di conoscere il mistero su cui si fonda la massoneria…
Come nel Codice da Vinci il romanzo mescola abilmente finzione e realtà, prendendo in prestito spunti dal mondo dell’arte, della storia e dell’architettura, per rileggerli in funzione della trama. Tra i simboli utilizzati c’è il quadrato magico, specialmente quello inserito da Albrecht Dürer nella famosa incisione Melencolia I.
Di fatto se i primi due vi sono piaciuti, amerete facilmente anche questo.
Personalmente però ha delle debolezze, soprattutto sul finale, d’altronde nulla può essere allo stesso livello del Codice, neanche se scritto dallo stesso autore.
Quando questo libro fu pubblicato, i primi 4 erano best seller nel mondo, per cui la prima tiratura negli Stati Uniti che inizialmente era prevista di 5 milioni di copie, a causa delle forti richieste durante la prevendita convinse l’editore a stampare 1,5 milioni di copie in più.
C’è poco da fare, se siete amanti della storia, questo libro vi rapirà dalle prime pagine e poco conterà il fatto che si tratta di un volume di 604 pagine, praticamente il più grande dei 7 libri di Dan Brown.
Come sempre nel testo troverete i link per acquistare questo libro e i precedenti su Amazon.
Buona lettura