Gli effetti della Brexit per gli italiani

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Tutti in questi giorni, per via diretto o indiretta e per svariate motivazioni, stiamo seguendo quello che sta accadendo in Inghilterra. A questo punto infatti è fisiologico chiedersi se per noi italiani ci saranno dei cambiamenti, se questa mancanza di accordi avrà un risvolto sull’economia ma anche sugli italiani residenti sul territorio inglese.

Come se le preoccupazioni non fossero già abbastanza per il tricolore, in un periodo in cui anche i rapporti tra Roma e Bruxelles sono sempre più nel segno delle tensioni e delle contrapposizioni, la Brexit potrebbe rappresentare la ciliegina sulla torta.

È bene specificare che il cambio di governo in Italia, non ha modificato la posizione del nostro Paese sulla questione. Pare infatti che questa sostanziale linea di continuità tra l’Italia e le posizioni di Bruxelles sulla Brexit, venga ricondotta alla constatazione che la Brexit di per sè non avrebbe comunque un grosso impatto sull’Italia, comportando così un peso relativo sull’interesse nazionale.

Eppure il legame che unisce l’Italia all’Inghilterra è più stretto di quanto possa sembrare all’apparenza. A contribuire all’affermazione secondo cui in fondo Brexit non potrà sortire grandi effetti sull’Italia sta il fatto che verso Londra vengono indirizzate in fondo solo il 5% delle nostre esportazioni nel mondo e che quindi anche l’impatto di una Brexit senza accordo finale, non potrebbe sconvolgere, più di tanto il nostro interscambio con l’estero. Eppure è grazie a questo 5% che la Gran Bretagna si posiziona al quarto posto, tra i mercati di destinazione delle nostre esportazioni. Inoltre va considerato che il 5% di un totale di beni esportati pari è a 450 miliardi nel 2017 si traduce in circa 23 miliardi di euro.

Gli esperti però insistono che questo dettaglio non porterà un calo delle nostre esportazioni verso Londra a livello settoriale, visto che circa il 40% di queste sono concentrate in alcuni settori quali la meccanica strumentale, i mezzi di trasporto e l’agroalimentare. Gli effetti di conseguenza varierebbero da settore a settore, peggio ancora se la Brexit avvenisse senza un accordo finale. In questo caso peraltro si applicherebbero i dazi previsti dall’Organizzazione mondiale del commercio (Omc) che secondo stime della Banca d’Italia, si tradurrebbero in dazi medi del 5% sul nostro export verso Londra, ma che addirittura potrebbero superare il 10% per alcuni settori, fra cui il tessile, l’abbigliamento e agroalimentare.

Più in generale comunque, l’uscita di Londra dall’Ue non è una buona notizia per l’Italia per motivi che vanno esulano dall’aspetto meramente numerico, in merito anche a quelli che potrebbero essere gli effetti di una U. E. senza Londra in termini di politica estera e sicurezza dell’Unione.

Ciò che lega l’Italia al futuro della Gran Bretagna è ben più consistente di quanto in genere si pensi e di quanto i dati sembrino mostrare. L’effetto Brexit va infatti a toccare gli italiani che vivono e lavorano in Inghilterra e parliamo di circa 25 mila nuovi arrivi ogni anno ma anche i cittadini inglesi che invece si trovano nel nostro paese, sbalordirebbe sapere che vi sono quasi 30 mila residenti.

Non ci resta quindi che attendere e scoprire se si uscirà con una “Hard Brexit” o una “soft Brexit”!

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