I titoli che deve avere un amministratore di Condominio

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Spesso e volentieri si pensa che gli amministratori siano anche avvocati, come se la laurea in giurisprudenza fosse direttamente collegata. Questo è però un falso mito, visto e considerato che quando si parla di legge, si sta parlando di un discorso molto ampio, che comprende così tanti settori che è impensabile che un avvocato sia abilitato per tutti questi. Per questo motivo infatti esistono poi i vari percorsi che li portano a specializzarsi, diventando così, penalisti, civilisti ecc… quindi non si vede il perché ciò non debba accadere anche nell’ambito degli amministratori di condominio.

La figura dell’amministratore di condominio ha un ruolo cruciale nella gestione delle questioni quotidiane all’interno di un edificio condiviso.

Tuttavia, talvolta c’è poca chiarezza riguardo ai requisiti necessari per esercitare questa professione. questo perché c’è chi è ignaro e c’è chi addirittura vorrebbe ancora svolgere questo ruolo “alla vecchia maniera”.

In questo articolo proviamo a scendere quindi nel dettaglio.

In Italia, la designazione di un amministratore di condominio è obbligatoria nei condomini con almeno 9 cespiti. Questa normativa è stabilita dall’Articolo 1129 del Codice Civile italiano e mira a garantire una gestione organizzata e trasparente delle questioni condominiali in edifici di dimensioni significative.

In caso di mancata designazione da parte dei condomini, il giudice può intervenire, anche su richiesta di un singolo condomino, per nominare un amministratore giudiziario. La presenza di questa figura garantisce una corretta gestione dell’edificio.

Tra le mansioni dell’amministratore condominiale rientrano infatti la supervisione e l’organizzazione delle attività di manutenzione, riparazione e pulizia degli spazi comuni, come il cortile, le scale, l’ascensore, il tetto, i locali tecnici, e così via, in base a come lo stabile è diviso.

Inoltre, ha l’incarico di raccogliere le quote condominiali dai singoli proprietari relative ai servizi necessari per il funzionamento dell’edificio. Infine, l’amministratore condominiale deve assicurarsi che le norme e le regole stabilite dal regolamento di condominio siano rispettate da tutti gli inquilini.

Ma quindi quali sono i requisiti di base per fare l’amministratore di condominio?

La professione di amministratore di condominio in Italia è stata oggetto di significative regolamentazioni, con l’ultima riforma risalente al 2013, confermata successivamente dal decreto ministeriale n. 140 del 2014. Queste regolamentazioni hanno introdotto requisiti chiari per coloro che desiderano intraprendere la carriera di amministratore di condominio.

Prima di tutto è necessario essere in possesso dei diritti civili e soddisfare i requisiti di onorabilità stabiliti dall’ordinamento legale. Questo implica che il candidato, che può essere sia persona fisica sia persona giuridica, non deve avere precedenti penali o problemi legali che potrebbero compromettere la sua idoneità a svolgere la professione; il nome del candidato, infatti, non deve figurare nell’elenco dei protesti cambiari.

Quindi che titolo di studio serve per fare l’amministratore di condominio?

La legge prevede che un soggetto che vuole intraprendere la carriera di amministratore condominiale deve essere in possesso di un diploma di scuola secondaria; non vi è però alcun obbligo che preveda che l’amministratore sia laureato.

Badate bene però che il professionista in questione è tuttavia tenuto a frequentare un corso di formazione iniziale e a seguire corsi di aggiornamento periodici.

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