Amazon nei giorni del Coronavirus

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Ebbene si, anche il gigante dell’e-commerce in questi giorni è stato colpito dalle tante problematiche che il Coronavirus sta portando.

Di fatto qualche giorno fa Amazon si è trovata costretta a sospendere le consegne per un giorno. Questo perché nella top 20 dei prodotti più venduti sulla piattaforma durante lo scorso fine settimana erano presenti vari cibi confezionati, come biscotti, tonno e pane. Come se non bastasse poi, tanta è stata la richiesta di gel disinfettante per le mani e mascherine protettive.

Assurdo è il caso dell’Amuchina, ormai quasi introvabile e venduta spesso a prezzi che arrivano fino al +1700% del costo originale. Ovviamente, questa situazione così singolare ha costretto Prime Now a sospendere temporaneamente le consegne, che hanno ripreso appena possibile. Sul sito, infatti, molti hanno letto:

“Oggi le consegne non sono disponibili. A causa della richiesta, le fasce di consegna sono temporaneamente chiuse”.

Basti pensare che il Codacons si è visto costretto a denunciare la vendita sul web di mascherine e prodotti igienizzanti con rincari che hanno toccato anche il +1700%. L’associazione per la tutela e la difesa dei consumatori ha deciso anche di presentare un esposto alla Procura della Repubblica di Roma e alla Guardia di Finanza, proprio contro le speculazioni legate a questi prodotti.

Prodotti che come dimostrato dai dati Amazon, sono stati particolarmente gettonati dai consumatori nel corso dell’ultimo weekend, Carlo Rienzi, il presidente del Codacons ha spiegato:

“Il classico gel igienizzate dell’Amuchina da 80 ml, che normalmente si trova in commercio a circa 3 euro, viene venduto sul web a 22,5 euro la confezione, con un rincaro sul prezzo al pubblico del +650%. Le mascherine, invece, sono passate da un prezzo inferiore ai 10 centesimi a un costo di 1,8 euro l’una”.

Stando a quanto riportato dall’Ansa, la Guardia di Finanza si è recata prezzo gli uffici delle piattaforme on line per acquisire una serie di documenti e dati utili per l’inchiesta. Dati che non servono ad attaccare la piattaforma ma che puntano ad individuare coloro che in questi giorni, approfittando della paure delle persone, vendendo a prezzi improponibili prodotti utili a prevenire la diffusione del virus.

L’inchiesta al momento è a carico di ignoti, pare inoltre che inquirenti e investigatori dovranno anche valutare se sussistano eventuali responsabilità delle piattaforme nelle vendite illecite. Il fascicolo, ipotizza per ora il reato di speculazione su generi di prima necessità perché, secondo i pm, in questo momento di emergenza le mascherine e i prodotti disinfettanti sono appunto merci considerate di prima necessità. E’ stato aperto sulla base di un’iniziativa autonoma della Procura, che ha raccolto articoli di stampa su queste vendite gonfiate.

Nell’indagine potrebbe di fatto essere contestato anche il reato di “frode nell’esercizio del commercio”, perché a volte vengono vendute mascherine chirurgiche ‘spacciate’ per mascherine ‘Ffp3’, ossia quelle adatte per emergenze sanitarie come il nuovo Coronavirus.

La Guardia di finanza si trova quindi ora, a dover accertare eventuali irregolarità fiscali nelle vendite.

Sia Amazon che eBay, oltre a rendersi collaborative, presso le autorità, hanno preso le distanze dalle politiche di prezzo sottolineando che queste sono in capo ai venditori che operano sulla piattaforma e in merito hanno dichiarato:

“Monitoriamo attivamente il nostro store e rimuoviamo le offerte che violano le nostre regole”.

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