Vacanze rovinate? Ecco come funziona il risarcimento del danno

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Le vacanze stanno volgendo al termine per molti italiani e sono già tante le segnalazioni di persone che per un motivo o un altro hanno visto le vacanze sfumare o parte di esse rovinate e le motivazioni sono davvero tante.

Spesso, soprattutto in Italia, comunicare tempestivamente un danno subìto è il primo passo per vedersi riconoscere un indennizzo.

Partite dal presupposto che gli imprevisti accadono e che può succedere, specialmente quando si viaggia in gruppi o tour organizzati. Più raramente capita a chi organizza un viaggio fai da te per i quali, comunque, è sempre consigliabile attivare un’assicurazione per tutta la durata della vacanza, così da tutelarsi a fronte di problemi alberghieri, di volo e di eventuali infortuni.

Nei casi di vacanza rovinata, è possibile vedersi riconoscere un “danno”. La tutela di chi acquista un servizio turistico è infatti prevista all’articolo 47 del Codice del Turismo e chi subisce un danno ha diritto quindi a un risarcimento.

Questo succede quando il turista non ha potuto godere pienamente del viaggio organizzato come “occasione di piacere, svago o riposo”, concetti questi che sono alla base del periodo trascorso in ferie.

In particolare, spiegano gli esperti, si può chiedere un rimborso:

“quando c’è un motivo di inadempimento o l’inesatta esecuzione della prestazione, da parte di chi ha venduto il pacchetto viaggio”.

A seconda delle situazioni che si sono venute a creare, il cliente ha diritto al rimborso dei costi sostenuti, ma anche al risarcimento per il tempo perso e:

“per l’irripetibilità dell’occasione mancata, nonché per la delusione e lo stress subiti”.

Il danno va contestato direttamente all’agenzia di viaggi o al tour operator da cui si è acquistato il pacchetto. Saranno poi gli stessi soggetti a rivalersi su chi ha impedito al turista/cliente di godersi il soggiorno. Mentre le cose cambiano ovviamente se avete acquistato dal web e quindi spesso, direttamente dalle strutture.

A chi si ritiene vittima di un danno, consigliamo di contattare un patrocinatore stragiudiziale che possa risolvere la problematica, impiegando il minor tempo e denaro possibile a fronte, comunque, di un buon fine. Non importa che non ne conosciate uno direttamente, basta cliccare qui alla voce STUDIO GIUSEPPE LEO e ne avrete uno a portata di click.

La tempestività del suo operato è importante, anche se una recente sentenza della Cassazione ha ampliato il periodo per la richiesta di risarcimento fino a un anno, prima che la richiesta cada in prescrizione, che arrivano a essere 3 se ci sono stati danni alle persone che hanno effettuato il viaggio.

Il Codice del Turismo recita che:

“non è necessario allegare al reclamo filmati o fotografie che provino i disservizi riscontrati”

Certo è bene, come forma di tutela, conservare il maggior numero di prove dei problemi riscontrati (scontrini e ricevute per eventuali spese sostenute, per esempio).

E tra i documenti da conservare ci sono ovviamente il contratto di vendita stipulato al momento dell’acquisto del pacchetto turistico/prenotazione. Questo perché tra le cause principali delle contestazioni c’è una riscontrata effettiva difformità della proposta del pacchetto rispetto a quanto illustrato.

Persino il dépliant può essere importante, quando si fa riferimento a una piscina con tutti i servizi accessori ma poi purtroppo, durante la vacanza a causa di un incidente, si scoprire che persino la manutenzione ordinaria è venuta a mancare.

 

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