La più grande evacuazione della storia italiana

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Rientrerà nella storia italiana questa data, 15 dicembre 2019, data che ha visto la più grande evacuazione dopo il dopoguerra e in tempi di pace.

Tutto ciò a causa di una bomba inglese con 40kg di tritolo del 1941 che gli artificieri hanno disinnescato con gli stessi mezzi che di norma l’esercito adopera in zona come l’Afghanistan. Il lavoro è stato svolto con perizia dagli artificieri dell’undicesimo reggimento genio guastatori di Foggia.

Il vecchio obbiettivo della bomba era la vecchia stazione di Brindisi che già dalle prime luci dell’alba era vuota. La bomba, di fabbricazione inglese, del peso di 500 libbre e lunga un metro.

A Brindisi, dall’alba di domenica mattina, decine di migliaia di persone hanno dovuto lasciare le loro case per permettere il disinnesco di una bomba del 1941, trovata per puro caso durante i lavori per l’ampliamento di del cinema Andromeda.

Ben 54 mila persone, per un totale di 87 mila abitanti, più del 60% della popolazione, hanno dovuto abbandonare la propria casa per consentire in tutta sicurezza il disinnesco di un ordigno bellico.

La bomba è stata trovata il 2 novembre scorso all’interno del cantiere di ampliamento di un cinema multisala. Dalle 5 del mattino i 41 varchi di accesso alla città sono stati chiusi. Più di 1000 gli operatori di forze dell’ordine impegnati nelle operazioni e circa 250 i volontari di protezione civile.

La spoletta è stata danneggiata durante il ritrovamento, questo il motivo della vastità dell’operazione, quindi il rischio di esplosione è più alto rispetto ai ritrovamenti più a cui la storia del passato ci ha abituato durante i nostri tempi.

E così oggi a Brindisi il tempo si è fermato, fermo l’aeroporto dalle 9.30 fino al termine delle operazioni, perché la distanza di sicurezza iniziale sul piano verticale è pari a 1.244 metri, le ferrovie dalle 7.30 e ovviamente il traffico stradale.

Evacuati non solo le case che rientrano nella zona rossa, ma anche due cliniche con i relativi degenti trasportati all’ospedale Perrino, evacuato anche il carcere.

Insomma la città deserta, come forse non lo si era mai vista, inoltre nessuno ha potuto lasciare l’auto all’interno della zona rossa, non solo per evitare che, in caso di scoppio dell’ordigno, potessero essere danneggiate, ma inoltre anche per la benzina e quali altri elementi che avrebbero potuto estendere il danno.

Alle 8:30 è stato ordinato alla popolazione di lasciare tapparelle e persiane di tutte le case chiuse, mentre bisogna lasciare aperte le finestre, questo per evitare i danni da urto, per lo spostamento dell’aria, in caso di esplosione.

Nessuno può decidere di rimanere in casa, nemmeno a suo rischio e pericolo, basti pensare che chi viola questa ordinanza sindacale va incontro a una denuncia penale. Le uniche eccezioni sono previste per chi ha patologie molto gravi, ed è quindi già stato contattato dalla Asl che ha rilasciato la certificazione, oppure per chi è gravemente impossibilitato e in possesso di un certificato medico che sconsiglia lo spostamento. Ma occorre anche una liberatoria in cui la persona interessata o un suo familiare dichiara di assumersi la responsabilità di rimanere in casa.

Per tutti però la paura era rivolta ai topi di appartamento, ma le forze dell’ordine hanno garantito il presidio di tutte le strade, anche con l’ausilio di 5 droni che hanno sorvegliato la città, insieme ad un Predator messo a disposizione dall’Aeronautica.

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