La più grande farsa della storia della Formula 1

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La più grande farsa della storia della Formula 1, per il semplice fatto che alla fine la gara non si è disputata affatto a causa della pioggia. Di fatto nonostante sia stata spostata alle 18:00 alla fine non si sono potuti fare più di 3 giri.

Così la prova di Formula 1 2021 Belgio non è ripartita più a causa della pioggia con la vittoria assegnata a Max Verstappen su Red Bull. Seconda la Williams di George Russell davanti alla Mercedes di Lewis Hamilton.

Ottava la Ferrari di Charles Leclerc e decima l’altra Rossa di Carlos Sainz. Così hanno deciso i commissari di gara a Spa. Assegnati la metà dei punti. Verstappen guadagna così solo 12,5 punti e si porta a 3 da Hamilton, leader del Mondiale.

Insomma, vera vincitrice di questa tappa la pioggia che ha governato unica e indiscussa.

Una data sicuramente un po’ umiliante per le 4 ruote, personalmente non ricordo una situazione del genere. Di fatto quel che è bello ricordare nella storia della Formula 1, sono quelle gare che per un motivo o per un altro hanno letteralmente fatto la storia di queste corse.

Proviamo a ricordarvene qualcuna qui sotto.

L’ultima impresa del Kaiser al Gran Premio di Monaco 2012, vincitore Mark Webber su Red Bull-Renault, la ricordate?

Il dominio delle frecce d’argento non era ancora arrivato quando, all’alba del decennio, Michael Schumacher decise di firmare per la Mercedes per provare a estendere la propria leggenda, tornando a correre in Formula 1 a 41 anni. Forse condizionato dal serio incidente in moto nel 2009 Schumacher abbandonò dicendo:

«In questi tre anni non siamo riusciti a creare una squadra vincente alla Mercedes».

Il suo lavoro pose le prime basi affinché il team Mercedes si affermasse, pochi mesi più tardi, come forse il più solido di sempre.

I riflessi nella precisione massima di guida tra i muretti a 43 anni e nello staccare la mano sinistra dal volante, per regolare la ripartizione di frenata durante la percorrenza della prima chicane delle Piscine, sono il suggello finale del talento del pilota dalla carriera più gloriosa di sempre.

Purtroppo, la storia di questo sport ha anche dei brutti ricordi. Nel 2018 dopo oltre 20 anni il mondo della Formula 1 è tornato a fermarsi al cospetto di un nemico che sembrava sconfitto, la morte in pista.

Adrian Sutil esce di pista e provoca l’intervento di un mezzo, ma al tempo la gestione della Safety Car era molto più allegra rispetto a oggi. La vettura di sicurezza entra solamente 50 secondi dopo l’immagine dalla quale si intuisce che anche Jules Bianchi è andato a sbattere nello stesso punto. Nonostante la gravità del suo incidente sia parsa rilevante fin da subito, la bandiera rossa viene sventolata addirittura 7 minuti dopo il suo impatto.

Bianchi morì 9 mesi più tardi. La sua morta ha influenzato tutte le procedure e le misure di sicurezza adottate successivamente. Dal 2015 è stata messa a punto la Virtual Safety Car, perfezionata negli anni e dal 2018 è arrivata l’introduzione di Halo che ha evitato guai fisici molto seri a Charles Leclerc proprio in Belgio e proprio nel 2018, a Jordan King e Sean Gelael nel drammatico incidente mortale di Hubert in Formula 2 a Spa, qualche mese fa e ad Alex Peroni a Monza, in Formula 3, una settimana più tardi.

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