Arrestato il “Re dei Bonus”

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In Italia e non solo tutti i giornali parlano dell’arresto che ha visto la conclusione della corsa, di quello che è stato considerato come il “Re dei Bonus” e di un commercialista.

L’ANSA riporta i nomi Andrea Leonetti quello che, allo stato delle indagini, è ritenuto essere il capo del ramo pugliese dell’organizzazione e ribattezzato dagli inquirenti il ‘Re dei bonus’ e un commercialista, Roberto Amoruso ritenuto la mente tecnica della vicenda.

Si tratta di una maxitruffa legata ai sostegni Covid, conclusasi nei giorni scorsi, quando è stato beccato anche l’uomo che era considerato la mente della truffa e un commercialista. Erano scappati entrambi, uno a Santo Domingo e in Colombia poco prima della retata.

L’inchiesta della procura di Rimini aveva infatti già smantellato un’organizzazione capace di incassare oltre 440 milioni di euro, dai vari bonus per l’emergenza sanitaria. Gli ultimi a finire in manette sono considerati ai vertici del gruppo che organizzava la truffa.

È stato arrestato quindi la mente che ha organizzato la maxitruffa dei bonus, assieme a un commercialista, entrambi indagati nell’inchiesta Free credit della procura di Rimini sulla maxifrode da 440 milioni di euro sui fondi per i ristori anti Covid.

L’uomo era riuscito a scappare a Santo Domingo poco prima degli arresti, che avevano portato in carcere ben 35 persone con varie misure cautelari, mentre altre 78 sono indagate. Il «Re dei bonus» è considerato dagli inquirenti come il capo del ramo pugliese dell’organizzazione, mentre il commercialista, che si era nascosto in Colombia per una breve vacanza, sarebbe stata la mente tecnica che ha architettato la truffa. L’uomo era rimasto lì dopo aver saputo della serie di arresti.

Il commercialista attualmente si trova ancora a Bogotà, dove è in attesa dell’estradizione. Il «Re dei bonus» invece è stato già espulso da Santo Domingo, dove era stato fermato con addosso diversi telefonini e svariate sim di numerose nazionalità, oltre che ben 6 mila euro in contanti divisi tra varie valute, euro, dollari e pesos colombiani.

La truffa multimilionaria aveva portato alla creazione di oltre 100 società e una fitta rete di prestanome in modo da ricevere quanti più bonus messi a disposizione dagli ultimi governi per far fronte all’emergenza sanitaria emersa a causa del Covid-19, dal bonus affitti fino al bonus facciate.

Nelle varie intercettazioni fatte, alcuni degli indagati esultavano per la facilità con cui erano riusciti a incassare il denaro, ringraziando, senza il minimo scrupolo anche la pandemia:

«Il virus porta bene – si sente nelle intercettazioni – Non so più dove aprire i conti».

Lo scorso gennaio le Fiamme Gialle avevano eseguito 35 misure cautelari e oltre 80 perquisizioni in Emilia-Romagna e in contemporanea, in Abruzzo, Basilicata, Campania, Lazio, Lombardia, Marche, Puglia, Sicilia, Toscana, Trentino e Veneto, con la base operativa dell’organizzazione individuata a Rimini. Ma ramificato in tutto il territorio nazionale, composto da 56 associati e 22 prestanome, indagati con l’accusa di aver frodato lo Stato italiano.

In 6 mesi sarebbero stati accumulati crediti di imposta fasulli per 440 milioni di euro. Un fiume di denaro, ottenuto ‘lucrando’ su misure pensate per rilanciare l’attività imprenditoriale e ‘economia fiaccati da due anni di emergenza coronavirus, reinvestito in cripto valute, lingotti d’oro, conti correnti a Malta, Cipro e Madeira.

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