Amazon non aprirà più a Siena

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Siamo abituati a leggere sempre di nuove aperture e nuovi progetti, ogni volta che si parla del colosso americano dell’e-commerce più scelto del pianeta ma questa volta non sarà così.

Amazon non aprirà più a Siena. Dopo aver allestito un hub a Isola d’Arbia, pronto già dallo scorso luglio, doveva aprire a marzo per diventare il polo della logistica e delle consegne per il sud della Toscana.

L’intenzione di Amazon, che sta tagliando investimenti non solo in Italia, è di darlo in gestione, affittandolo a un altro distributore, tanto che sono comparsi avvisi nelle agenzie immobiliari. Resta l’amarezza per un’operazione che era stata presentata in pompa magna, che parlava di 70 assunzioni e che invece ha portato solo a un beneficio iniziale: i 230mila euro incassati dal Comune per gli oneri di urbanizzazione, risorse destinate anche per realizzare la rotonda di accesso alla zona industriale, oltre ad aver bonificato a costo zero il fabbricato preesistente.

L’assessore all’urbanistica del Comune di Siena Michele Capitani fa il punto della situazione sull’insediamento nella zona industriale di Isola d’Arbia:

“L’area dell’Isola d’Arbia è stata riqualificata grazie a questa amministrazione, non possiamo entrare nelle scelte effettuate da una multinazionale privata, per la quale, nei limiti normativi e delle competenze del Comune di Siena, sono stati creati i presupposti per l’investimento sul territorio, così come avvenuto per tante altre realtà sotto gli occhi di tutti. – poi aggiunge – Il piano operativo approvato dal consiglio comunale grazie al lavoro del mio predecessore Francesco Michelotti e degli uffici comunali è uno strumento amministrativo capace di attrarre investimenti in città e anche in questo caso abbiamo una riqualificazione a costo zero per la comunità”.

Capitani continua poi spiegando:

“La zona di tipo artigianale-industriale dell’Isola d’Arbia è intesa come zona urbanizzata, dove quindi le opere di urbanizzazione (strade, marciapiedi, verde, illuminazione pubblica e la rete di tutte le altre utenze) sono già state realizzate, da chi ha in passato lottizzato l’area e, quindi, non da adesso. L’intervento eseguito da Amazon è stato quello di recuperare e riqualificare un immobile preesistente, compresa l’area interna. Quando il fabbricato sarà affidato a terzi, avremo le auspicate ricadute anche dal punto di vista occupazionale. L’amministrazione continuerà nella sua attività di monitoraggio e dialogo: pur non potendo entrare direttamente nelle scelte di una multinazionale, assicurerà la tutela della comunità, intesa come risvolti occupazionali e rispetto del territorio”.

L’assessore ha anche spiegato nel dettaglio quali sono stati i lavori effettuati per arrivare alla riqualificazione della zona:

“L’intervento è consistito nella completa demolizione e ricostruzione (a parità di volumetria) del fabbricato preesistente e nella risistemazione dell’area di pertinenza, con nuove recinzioni, illuminazione e nuovi parcheggi, il tutto a servizio della nuova e futura attività. Sia l’edificio che l’area esterna si trovavano in una condizione di totale abbandono, senza possibilità di controllo e da oltre quindici anni. Una situazione tale da generare un gravissimo degrado ambientale, con pericolo di parziali crolli della struttura, che stava diventando sempre più precaria e fatiscente: si osservavano accumulo, nel tempo, di materiali di rifiuto e sporcizia in genere, con il concreto rischio di compromettere la sicurezza e la salute degli operatori e cittadini della zona. Giustamente è stata una vera e propria operazione di bonifica a costo zero per il Comune e la collettività. L’intervento edilizio non ha comportato la realizzazione di opere pubbliche già presenti nella zona, ma il rilascio del permesso di costruire è stato oggetto del pagamento degli oneri di urbanizzazione per un importo totale di circa 250mila euro”.

Ha concluso poi con una nota positiva:

“Vorrei infine sottolineare che nell’anno 2022 nelle casse del Comune sono entrati oneri di urbanizzazione per circa 2 milioni e 650mila euro, destinate alla realizzazione di opere pubbliche in genere (fra le quali anche i lavori per l’abbattimento delle barriere architettoniche) e/o alla loro manutenzione e miglioramento”.

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