Missione Insight

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26 novembre 2018, una data importante per la storia dell’uomo. Tutti gli occhi sono puntati su Marte e questo sembra essere il primo importante scalino per una colonizzazione dello spazio da parte dell’uomo.

Sono tante infatti le società che si stanno impegnando per questo, ma al momento solo la NASA ha un piano specifico che porterà nel 2020, un gruppo di astronauti, con una missione di un anno a testare la vivibilità nello spazio.

A studiare una buona tecnologia, ci sono anche molte imprese private. Uno dei progetti più grandi è lo Space X, di un ex imprenditore di PayPal. Ha dimostrato che si possono mettere a punto macchine che portino in futuro ad una colonia autosufficiente. Inizialmente la durata del viaggio sarà di 80 giorni, con l’obiettivo di ridurlo a 30.

In realtà comunque prima di almeno di 10 anni, non vedremo uno uomo che prova a vivere su Marte. I buoni propositi però ci sono, non è più solo un illusione, basta giocare per bene tutte le carte.

La NASA ha trasmesso, in diretta con il mondo intero l’arrivo di Insight, partita 7 mesi fa. Sicuramente l’emozione è tanta è una situazione di aspettative e di ansia, atterrare su Marte non è facile, ci sono siti adatti e siti meno adatti, non si può atterrare ovunque.

Insight partita il 5 maggio, dalla sponda occidentale degli Stati Uniti, lancio ben programmato, ed effettuato nel momento in cui Marte si trovava il più vicino alla terra, cosa che avviene solo ogni 26 anni. Per questo quindi non si può scegliere di programmare un viaggio in maniera tanto semplice. La sonda ci consentirà di raccogliere tutte le informazioni possibili.

Se ci sono eventuali terremoti, magari causati da eventuali magmi sotterranei e così via. Si ascolteranno i rumori, dal suo interno della terra, in questo caso da Marte. Non sappiamo come sia il suo interno, se è ancora un pianeta vivo, qualcosa ci aspettiamo. In alternativa potrebbe aiutare qualsiasi tipo di percussione. Marte sicuramente ha un nucleo che probabilmente è ancora fluido, quindi sicuramente potremmo arrivare a percepire il suo cuore che da ancora fonti di calore.

Cesare Guaita, chimico italiano, ci ricorda che in questa circostanza, la chimica diventa fondamentale per comprendere se ci sono le più importanti condizioni per permettere la vita.

Alle 20.47, la sonda dovrà scendere e atterrare in 7 minuti frenando letteralmente, per poter atterrare senza problemi. A 15 secondi dal suo arrivo si apre il paracadute, successivamente va via lo scudo ed escono fuori le tre gambe, per poi staccarsi dal resto dell’involucro e dal paracadute che potrebbero cadergli addosso. Ecco perché gli chiamano i 7 minuti di ansia.

L’atterraggio è complesso, più della lunga che non ha atmosfera. Tanti sono stati i sistemi che la NASA ha inventato, fra cui fece arrivare anche Curiosity.

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