Hammamet

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Arriva al cinema uno dei film più attesi del panorama cinematografico italiano. Diretto da Gianni Amelio, co-prodotto da Rai Cinema, Pepito Produzioni e Minerva Pictures. La pellicola (attualmente ancora nelle sale) racconta gli ultimi sei mesi di vita di Bettino Craxi, interpretato da un magistrale Pierfrancesco Favino.

Corre l’anno 1999, Bettino Craxi, ex Presidente del Consiglio e leader del Partito Socialista Italiano, caduto in disgrazia in patria dopo l’inchiesta di Mani Pulite è latitante nella città tunisina di Hammamet, dove riceve amici e familiari, ma anche altre figure provenienti dal suo passato.

Sul set si avvicendano e si affiancano, attori di un certo calibro con attori tutti da scoprire, alla perfezione di Claudia Gerini e Pierfrancensco Favino, si alterna il sapore ancora acerbo di volti come Livia Rossi e Luca Filippi.

Il dubbio che mi era stato sollevato prima della visione, da parte mia di questo film era dovuto proprio all’interpretazione di Favino, in quanto vi era il rischio che essa stessa potesse venire troppo fuori mettendo così il film in secondo piano.

Ora, ogni recensione segue lo stile e il gusto di chi la scrive ma personalmente dal primo momento posso affermare di non aver visto un attore truccato che imitava un politico. Io ho visto un attore che incarnava in tutto e per tutto le vesti di Bettino Craxi.

Aiutato ovviamente da un reparto trucco di grande livello, Favino ha messo insieme tutti gli elementi, tutti i dettagli che nel complesso mi hanno letteralmente fatto dimenticare che poi li sotto ci fosse tutta un’altra persona.

Per quanto mi riguarda probabilmente la mia delusione è dovuta anche al fatto di aver visto Favino, in una sua ultima grande interpretazione, nel film “Il traditore”, dove il suo lavoro, serviva letteralmente lo svolgimento della storia e dei fatti. Cosa che invece qui non è avvenuta…

Ne esce fuori così un Favino quasi sprecato, in una narrazione nel complesso lenta, sopratutto nella prima parte. Vediamo un Craxi anziano, afflitto dalle piaghe della sua malattia, mentre viene curato dall’amata figlia che lo considera quasi un martire. L’ex Presidente spesso si lascia andare a qualche confessione, dove traspare il suo risentimento contro quei giudici che sembrano essere i cattivi di turno, accaniti verso un uomo anziano che non si considera affatto in vacanza ad Hammamet e che deve sottostare al basso livello sanitario locale.

Con due condanne sulle spalle e consapevole che tutto ciò che ha vissuto e fatto di sicuro non l’ha fatto da solo ma aiutato e supportato da un sistema in cui tutti in un modo o nell’altro sono colpevoli, vuoi per incuria vuoi perché faceva comodo. Craxi affronta i suoi demoni come ogni uomo che, nel profondo sa di andare incontro alla fine dei suoi giorni.

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