Amazon assume personale

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Continuano le novità sul colosso dell’e-commerce statunitense Amazon che ora per far fronte alle richieste sempre più alte dei suoi utenti, intende assume 100.000 persone fra addetti ai magazzini e addetti alla consegne.

La notizia è riportata dal Wall Street Journal. Le assunzioni rientrano nel piano per far fronte alle crescenti richieste di consegne avvenute a seguito del fatto che sempre di più nel mondo, sono gli utenti che costretti a casa per il coronavirus hanno bisogno di questo tipo di assistenza.

Il colosso di Seattale ha dichiarato che aumenterà temporaneamente la retribuzione di due dollari l’ora fino alla fine di aprile per i dipendenti che lavorano nei suoi magazzini, centri di consegna e nei negozi di alimentari Whole Foods.

Anche gli addetti nel Regno Unito e in altri Paesi europei riceveranno un aumento simile.

L’annuncio è stato rilasciato dall’azienda che attraverso le parole di Dave Clark, che supervisiona il magazzino e la rete di consegna di Amazon ha annunciato:

«Stiamo assistendo a un aumento significativo della domanda, con richieste senza precedenti per questo periodo dell’anno».

Amazon ha rilevato come per questo fine settimana è attesa un’ondata di ordini che sta mettendo sotto pressione la sua rete distributiva. Ha avvertito gli acquirenti che potrebbe essere necessario più tempo rispetto ai due giorni soliti per ottenere i pacchi, anche se si sta facendo riferimento ad una spedizione Prime.

La piattaforma ha di fatto riferito di aver esaurito molti prodotti per la pulizia della casa e sta lavorando per ottenere più scorte. Le assunzioni sono distribuite tramite un mix di formule contrattuali, tra il tempo pieno e il part-time e includono ruoli come autisti e addetti al magazzino, che confezionano e spediscono gli ordini.

Parliamo di un’azienda che nel mondo ha fatturato, solo lo scorso anno, 282 miliardi di cui circa il 61% deriva dalle vendite nel nord America. Il 12% ormai arriva dai servizi cloud alle imprese, dove è leader mondiale di mercato col 33% di quota archiviando i dati delle aziende di mezzo mondo.

I servizi cloud hanno dei margini pazzeschi, su 35 miliardi di fatturato non è ancora disponibile il dato aggregato di redditività netta, ma nel quarto trimestre 2019 ha toccato i 2,6 miliardi su 9,9 miliardi di ricavi: cioè oltre il 25%.

Le attività internazionali, come tutti i servizi Amazon Prime in Italia e in Europa, sono in decisa perdita. Quindi Amazon al momento sta sovvenzionando queste attività con i soldi del cloud e del mercato nordamericano in cui ha una quota di mercato dell’80% sulle vendite ecommerce.

Nel marketplace operano aziende indipendenti che decidono autonomamente, prezzi e condizioni logistiche e scelgono i servizi della piattaforma, come listing, presentazione, comparazione prezzi, marketing, tutto questo ovviamente pagando ad Amazon una commissione che oscilla tra il 5 e il 20% a seconda della categoria merceologica.

Se si considera il segmento delle vendite online che viene realizzato sul suo marketplace da venditori terzi il numero di pezzi ha superato quelli che Amazon e vende direttamente. Guardando ai prodotti fisici ha realizzato vendite online nel 2019 per 141 miliardi. Molti meno di quelle che realizzerà nel 2020, a causa appunto del coronavirus.

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