Come si risollevano i mercati dopo una Pandemia

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Questo è uno dei dubbi che ci attanaglia in questo ultimo periodo e che sempre più spesso viene fatto anche ai broker professionisti. Basandoci su alcune delle risposte rilasciate dai professionisti di eToro, abbiamo quindi provato a capirci qualcosa.

Due mesi e mezzo fa i mercati finanziari entravano a passo di corsa nel nuovo anno spinti dall’ottimismo sulla crescita globale per i segnali di schiarita che venivano dai fronti caldi, dalla guerra dei dazi alla Brexit. Il coronavirus, in quel frangente, era praticamente uno sconosciuto, ma in poche settimane la minaccia di una pandemia globale con pesanti ricadute sulle economie del pianeta si è fatta sempre più concreta, dilagando sempre di più con ripercussioni violente su tutte le piazze finanziarie.

Certo per quanto riguarda la situazione attuale, non è realistico prevedere un recupero rapido, ma alla fine la pazienza degli investitori verrà premiata. A dircelo è la storia, il passato infatti è pieno di pandemie e di crisi di altro tipo, da cui mercati sono sempre usciti vivi.

Il primo a parlarne è stato Tim Armour, CEO di Capital Group. Oggi si assiste a una reazione per certi versi di panico con l’attesa che nelle prossime settimane l’aumento del numero di casi continui ad allarmare. Capital Group ha quindi studiato la storia delle pandemie e i modelli che tendono a seguire, scoprendo che di solito ci sono focolai e forti aumenti dei contagi, che durano per un po’ di tempo, ma poi si risolvono, e alla fine la diffusione del virus rallenta e le comunità tornano alla normalità, così come i mercati.

Armour ricorda, che stiamo già assistendo a segnali di rallentamento economico negli Stati Uniti, non solo sul lato offerta con le aziende che si preparano a ciò che le aspetta, ma anche sul fronte della domanda, con le attività legate ai viaggi, al tempo libero, all’intrattenimento e alla ricreazione che dovrebbero accusare il colpo più duro, per non parlare del petrolio e di altre materie prime.

Secondo il CEO, le probabilità di una recessione negli Stati Uniti sono aumentate, mentre la crescita degli utili societari potrebbe diventare negativa nel primo trimestre, continuando a pesare sulla fiducia degli investitori.

Ma ci sono anche fattori positivi che fanno ben sperare. Il CEO cita il fatto che l’economia americana resta tra le più resilienti al mondo, visto che più volte ha dimostrato di sapersi riprendere dalle avversità, mentre i tassi d’interesse sono bassi e la flessione delle quotazioni petrolifere dovrebbe fornire ulteriore supporto ai consumi.

Chiaro che sui mercati non è realistico aspettarsi un recupero rapido, perché la situazione potrebbe facilmente peggiorare prima di migliorare, la fiducia degli investitori, come era prevedibile, è fragile ed è probabile che rimarrà tale fino a che la diffusione del virus non rallenterà.

Ma quando tutto sarà passato, secondo gli esperti, gli investitori di lungo termine che riescono a ignorare il chiasso quotidiano e a concentrarsi sul lungo periodo verranno premiati. Questo anche dovuto al fatto che i vari settori dell’economia, stanno reagendo in mondo diverso.

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In Cina, le persone già da qualche settimana hanno cominciato a tornare al lavoro, ed probabile che anche negli Stati Uniti e in Europa la situazione assumerà un andamento simile a un certo punto. La conclusione di Capital Group è che nelle fasi di ribasso dei mercati l’emotività prende il sopravvento, ma proprio in questi momenti un orientamento di lungo termine è fondamentale:

“I mercati si riprenderanno e la vita tornerà alla normalità”.

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