Flexifarm – lavorare facilmente in tempi di Pandemia

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C’è poco da discutere in questi tempi segnati dalla Pandemia da Covid-19 abbiamo dovuto letteralmente modificare le nostre abitudini e prima di tutto abbiamo dovuto modificare le nostre idee su come si lavora.

In Italia in particolare, nel corso degli anni, ho notato un modo di pensare il lavoro – soprattutto quello amministrativo ma non solo – pesantemente legato al passato. Cosa che mi è capitata in particolare quando avevo a che fare con il settore pubblico, i privati invece avevano per lo meno in testa una vaga idea di quello che significasse lavorare a distanza.

Poi nel 2020 il Coronavirus ha preso a schiaffi le certezze di tutti noi, costringendoci a trovare nuovi modi di lavorare, pur di mettere spazio – in questo caso vitale – fra un individuo e un altro. Si andava estendendo così lo smart working, pseudoanglicismo del lavoro agile, una forma di telelavoro definito nell’ordinamento italiano come:

«una modalità di esecuzione del rapporto di lavoro subordinato stabilita mediante accordo tra le parti, anche con forme di organizzazione per fasi, cicli e obiettivi e senza precisi vincoli di orario o di luogo di lavoro, con il possibile utilizzo di strumenti tecnologici per lo svolgimento dell’attività lavorativa.»

Ma presente comunque in tutto il mondo già da tempo.

Oggi vi presento la Flexifarm, si tratta di un nome che Moneyfarm ha scelto per il suo nuovo modello di lavoro flessibile adottato già in piena pandemia. E dal quale pare non tornerà più indietro.

I 130 dipendenti di Moneyfarm, una volta terminato lo stato di emergenza sanitaria, hanno quindi la possibilità di scegliere dove lavorare: da remoto, in sede, o alternando casa e ufficio.

Anche gli spazi verranno riprogettati verso un modello di flexi-office, che prevede l’aumento delle aree comuni, rese più accoglienti e versatili, e scrivanie senza postazioni fisse, prenotabili su richiesta, in modo da massimizzare così l’utilizzo degli spazi.

Giovanni Daprà, Co-fondatore e CEO di Moneyfarm commenta con queste parole la scelta dell’azienda:

«Nascere digitali ci ha permesso di adottare soluzioni di lavoro smart prima di altri, intravedendone molto presto – fin dai primissimi mesi di lockdown – tutti i potenziali benefici per i dipendenti e quindi per l’azienda e i nostri clienti. Flexifarm non è altro che un’evoluzione e una conferma della totale responsabilizzazione e fiducia che contraddistinguono il rapporto con il nostro team. Si tratta di un vero e proprio cambio di paradigma nella gestione del lavoro che offrirà grande flessibilità ai nostri talenti e al contempo un livello di servizio sempre più efficiente, semplice, trasparente ai nostri clienti».

Insomma, un vero e proprio esempio da seguire e non da stigmatizzare. Considerando che in Italia giace ancora il pensiero per cui, prima di iniziare a lavorare è necessario timbrare il cartellino, come se i dipendenti dovessero essere tenuti sotto stretta sorveglianza.

Tale modalità di lavoro non fa altro che influire sulla qualità di esso, considerando che toglie al dipendente lo stress di eventuali mezzi pubblici e in questo periodo anche della paura di contrarre un virus che gli può essere fatale.

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