Come agire in caso di Stalking

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Può capitare, per svariati motivi, indipendentemente che siate uomini o donne, di essere vittime involontarie di comportamenti ossessivi di una persona che conoscevate o che semplicemente è affetta da una sorta di fissazione nei vostri confronti. Non sottovalutate queste situazioni, noi abbiamo provato a comprendere come dovrebbe comportarsi chi crede di essere vittima di Stalking.

Lo abbiamo fatto, seguendo il lavoro di professionisti dell’ambito investigativo. Grazie ad un investigatore privato di Bari, la Iuris Investigazioni che da tempo aiuta chiunque abbia bisogno di cercare informazioni o come in questo caso di raccogliere prove che possano servire in sede legale per poter chiedere in maniera del tutto lecita un allontanamento.

Un aiuto questo della Iuris che a molti è risultato fondamentale, vista la conoscenza anche legale di cui si avvale l’istituto investigativo. Di fatto numerosi sono i professionisti che troviamo qui a nostra disposizione. Senza trascurare poi la riservatezza che dopo anni di esperienza ha accumulato il gruppo, di fatto è possibile incontrare chi di dovere, anche al di fuori della sede anche con un proprio legale, tutto nella riservatezza più totale.

Per poter parlare di stalking, occorre che si siano verificate più condotte, ripetute nel tempo, integranti minaccia, molestia, offesa. Meglio non aspettare troppo infatti, perché bastano poche di queste prove, raccolte da un professionista per presentarsi in sede legale e chiedere delle restrizioni.

Si tratta quindi di documentare gli atti persecutori della più diversa natura che non richiedono peraltro necessariamente la presenza fisica del persecutore nelle vicinanze della vittima o di un suo familiare. Oltre alla natura delle offese che di loro essendo persecutorie provocano effetti lesivi alla vittima nell’immediatezza del momento, ci devono però essere anche delle ulteriori conseguenze. Per la vittima, infatti, affinchè lo stalking possa considerarsi realizzato, occorre che la persona offesa subisca una delle classiche tre conseguenze.

Ovvero un perdurante e grave stato di ansia o di paura; un timore fondato per la propria incolumità, o per quella di un familiare e congiunto, al quale sia legata da una relazione di natura affettiva e l’alterazione forzata delle proprie abitudini di vita che perviene nel momento in cui si ci sente messi alle strette e c’è quindi il bisogno materiale di cambiare, orari e stili.

Farsi aiutare è quindi fondamentale, trattandosi di delitto, è punito con la pena della reclusione da sei mesi a cinque anni. Ci sono inoltre due circostanze aggravanti, che comportano un aumento della pena, rispettivamente fino a un terzo e fino alla metà. Se gli atti persecutori sono commessi, dal coniuge in costanza di matrimonio o anche separato e divorziato, oppure da persona attualmente o in passato legata da relazione affettiva alla vittima, o, ancora, attraverso strumenti informatici e telematici.

O in alternativa a danno dei soggetti più deboli, quindi minori d’età, donne in stato di gravidanza o persone con disabilità. Ad aggravare il tutto è l’uso di armi.

È possibile creare una buona difesa a danno dello stalker prima che accada qualsiasi situazione spiacevole. Con una buona quantità di prove come foto o registrazioni e l’ausilio di professionisti organizzati, come legali e psicologi è possibile porre il divieto di avvicinamento e l’ammonimento del questore.

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