Architettura italiana, i luoghi che devi assolutamente visitare

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Ci sono dei viaggi a cui proprio non possiamo rinunciare, tali viaggi dipendono molto dai nostri gusti e dal nostro stile di vita. Per questa Guida Viaggio, abbiamo cercato dei luoghi in cui gli architetti o comunque gli amanti dell’architettura, dovrebbero assolutamente andare.

Il mondo è pieno di imprese ingegneristiche che vale la pena vedere, questo articolo di certo non basterebbe, per cui ci siamo focalizzati su quei luoghi presenti in Italia, simbolo del patrimonio architettonico dello stivale più amato del mondo.

Un primo esempio della loro importanza è stato dato da 10 giovani fotografi, in 110 immagine raccolte per la mostra alla Triennale di Milano. Nel complesso sono edifici pubblici e privati che animano la mostra, 10 Viaggi nell’architettura italiana, aperta dal primo ottobre al 7 novembre. Lo scopo della mostra è mappare lungo la penisola e far conoscere agli abitanti e non solo il gran patrimonio italiano architettonico dalla metà del XX secolo ad anni recenti.

La mostra è curata da Matteo Balduzzi, Alessandra Cerroti e Luciano Antonino Scuderi. Giovanna Calvenzi, presidente del Museo di Fotografia Contemporanea che ospiterà in futuro le immagini, parla di:

«narrazione corale, oggettiva con radici nelle missioni pubbliche otto-novecenteche e che ne continua la missione».

Stefano Boeri, presidente della Triennale, sottolinea che la fotografia, strettamente legata come disciplina all’architettura, ha la capacità di raccontarla nel dettaglio. Spesso, infatti, chi ama l’una è attratto anche dall’altra.

Se non vi trovate a Milano, tenete comunque gli occhi aperti perché in seguito è probabile che la mostra giri in altre città a testimoniare la creatività italiana nel manufatto architettonico; vale comunque la pena ricordare i nomi dei 10 giovani che hanno affidato alla storia queste fantastiche architetture: Roberto Boccaccino, Marina Caneve, Davide Cossu, Louis De Belle, Luca Girardini e Marco Zorzanello, Paolo Lindozzi, Allegra Martin, Simone Mizzotti, Flavia Rossi, Alberto Sinigaglia.

Un primo nome può essere quello del capolavoro Casa Ottolenghi a Bardolino di Carlo Scarpa 1974-1979 sito in Str. Scanelli, 5, 37011 Bardolino in provincia di Verona.

“La casa non deve posare sul terreno, ma riposare, deve derivare dal terreno”

Diceva Lloyd Wright e queste parole devono aver riecheggiato nella mente di Scarpa a tal punto da ispirargli Villa Ottolenghi, edificio che sembra quasi un’antica rovina. La configurazione morfologica stessa della zona, delimitata a ovest da uno scosceso pendio, a nord e a est da un terrapieno ha suggerito al suo costruttore di seppellire gran parte della casa nel terreno e di giocare con interessanti spunti progettuali. Il più suggestivo tra di essi è il tetto che diventa un luogo abitabile, una superficie in mattoni dall’andamento irregolare da cui ammirare lo splendido panorama circostante come se non ci fossero confini, come se il vero tetto fosse il cielo.

Particolare anche il Centro Direzionale BESTAT di Taranto fotografato da Louis De Belle e sito in Via Salinella, 31. Il complesso fu ideato dall’architetto Luigi Piccinnato con la collaborazione dall’architetto Vera Consoli, che si ispirarono a La Défense di Parigi.

Il grattacielo più alto del complesso, con i suoi 85 metri – 105 con l’antenna – e 21 piani, è il palazzo più alto della città, e fu realizzato interamente in calcestruzzo armato posteriormente con tampagnature esterne di colore blu intervallate da finti pilastri in alluminio anodizzato, mentre sul fronte o facciata sovrastante la piazza con semplici balconi dotati di fioriere.

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