Piccole donne crescono

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Lo scorso anno l’inizio della pandemia mi ha portato a riaprire il cassetto dei libri acquistati e mai letti, da cui trassi Piccole donne, il capolavoro di Louisa May Alcott, il romanzo che l’ha resa celebre e che ha conosciuto innumerevoli versioni cinematografiche, fra cui la più recente.

In questo secondo romanzo, Piccole donne crescono la famiglia ha già da tempo subito rovesci economici, il padre che era stato chiamato a partecipare alla Guerra di Secessione, lasciando da sole le quattro figlie e la mamma ad affrontare piccoli e grandi problemi della vita, ora fa ritorno a casa.

La capricciosa Amy, la vivace Meg, la delicata Beth e soprattutto la ribelle e impulsiva Jo compongono un quartetto in cui diverse generazioni di lettrici si sono identificate e si identificano ancora oggi. Una storia questa che non invecchia mai, nonostante sia stata scritta nel 1800, i diversi caratteri delle ragazze e i loro modi di affrontare la vita mi portano a consigliarlo, ancora oggi, alle ragazze del XXI secolo in particolare per la fascia d’età che va dai 12 ai 17 anni.

Nei tempi che stiamo vivendo, troverei costruttivo il consiglio di questa lettura estiva, non solo per gli eventi che caratterizzano la vita di queste ragazze ma anche per il modo in cui li affrontano, per i dialoghi, incredibilmente curati che aiutano sicuramente il dizionario di un’adolescente ad arricchirsi maggiormente.

Piccole donne crescono, racconta la prima giovinezza delle quattro protagoniste, tra sogni, speranze e tanti progetti da realizzare. Dunque, i 2 classici della letteratura giovanile, nei quali non è centrale l’attesa del principe azzurro ma una ricerca di valori morali, affetti sinceri, realizzazione personale e soldi, sia tra le gioie della serenità familiare, sia nell’espressione e nel riconoscimento del proprio talento.

Fra gli elementi che mi hanno colpito sin dal primo romanzo, vi è la forte volontà da parte di tutte loro, di prodigarsi per il prossimo, quasi a rendere un servizio per gli altri che fosse continuativo al sacrificio che già il padre compiva. Tale modo di affrontare le problematiche altrui, ci riporta alla vita stessa di Louisa May Alcott.

A causa delle condizioni economiche in cui gravava la famiglia, fu costretta a lavorare fin da giovane come insegnante occasionale, sarta, governante, colf e, solo più avanti come scrittrice. Anche le sorelle e la madre lavoravano, quest’ultima a servizio di emigrati irlandesi; solo la sorella più piccola, Abigail May, poté frequentare la scuola pubblica. Dettaglio questo che ad esempio ci riporta alla vita che Amy scelse di poter realizzare per sé stessa.

Louisa iniziò in questo periodo a intensificare la scrittura, lavorando a Flower Fables – pubblicato nel 1849 – fiabe che originariamente scrisse per Ellen Emerson, figlia di Ralph Waldo.

Nel frattempo, insieme alla famiglia, lavorava alla rete clandestina Underground Railroad che favoriva la fuga e l’espatrio degli schiavi di colore.

Nel 1858 la sorella minore Lizzie morì e la sorella maggiore Anna andò sposa a John Pratt. La Alcott percepì i due fatti come la definitiva rottura della sorellanza. Questi accadimenti, come i viaggi che la scrittrice potete affrontare, con le relative conoscenze, ci riportano a molti accadimenti presenti in questi romanzi.

 

Come sempre in questa recensione vi ho lasciato qualche link, relativo agli articoli su Amazon dove potete trovare anche l’audiolibro o in forma gratuita per gli iscritti ad Amazon Prime anche il formato Kindle.

Buona lettura

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