Veleno, una storia vera

Condividi

“Qui i servizi sociali hanno combinato guai. Hanno rovinato tante famiglie”

Una frase sentita anni fa a cui non ho dato peso, perché credevo semplicemente che fosse la reazione di chi dal Sud sale al Nord e s’imbatte in un sistema che semplicemente, funziona meglio.

Perché di base, siamo convinti che chi lavori per lo Stato, stia lì per tutelarci. Di conseguenza ci fidiamo a priori.

Poi (credo fosse il 2017), Pablo Trincia noto giornalista italiano, torna con un nuovo lavoro un podcast di 7 puntate intitolato Veleno, realizzato con Alessia Rafanelli per Repubblica. Al microfono Trincia narra di una storia che personalmente non avevo mai sentito prima e che di fatto sembrava letteralmente scomparsa dalle cronache dei giornali.

Vent’anni fa 16 bambini furono portati via per sempre dalle loro famiglie e i loro genitori furono accusati di essere dei pedofili satanisti.

Ascoltare quella storia, in cuffia, nel buio della mia stanza mi ha fatto letteralmente accapponare la pelle.

Poi nel 2019 la sua inchiesta sui “Diavoli della bassa modenese” è diventato un libro.

Lo tenevo lì, fermo da allora nella mia libreria e ora ho pensato che fosse arrivato il momento di leggerlo. Soprattutto con l’uscita della docuserie su Amazon Prime Video, tratta appunto da Veleno di Pablo trincia, con 5 episodi affidati a Fremantle Italia e a Ettore Paternò, per indagare ulteriormente su come è finita quell’oscura vicenda.

Sceneggiata e diretta da Hugo Berkeley, la docuserie Veleno racconterà appunto i fatti accaduti in alcuni paesi emiliani (Mirandola, Finale Emilia e Massa Finalese) alla fine degli anni ‘90.

Come vi avevamo già accennato, Veleno fa parte dei tanti progetti che la piattaforma streaming di Amazon ha in serbo per l’Italia.

Per cui, presa anche dal semi-isolamento di questa pandemia ho preso a leggere anche il libro, in attesa dell’uscita della docuserie il 25 maggio.

Anche i bambini mentono.

E una loro bugia può evocare l’inferno.

Una vicenda giudiziaria che ha distrutto intere famiglie. Una storia toccante che si è rivelata un incredibile caso di contagio psicologico.

Alla fine degli anni Novanta, in due paesi della Bassa Modenese separati da una manciata di chilometri di campi, cascine e banchi di nebbia, sedici bambini vengono tolti alle loro famiglie e trasferiti in località protette. I genitori sono sospettati di appartenere a una setta di pedofili satanisti che compie rituali notturni nei cimiteri sotto la guida di un prete molto conosciuto nella zona. Sono gli stessi bambini che narrano a psicologi e assistenti sociali veri e propri racconti dell’orrore. La rete dei mostri che descrivono pare sterminata, e coinvolge padri, madri, fratelli, zii, conoscenti. Solo che non ci sono testimoni adulti. Nessuno ha mai visto né sentito nulla. Possibile che in quell’angolo di Emilia viga un’omertà tanto profonda da risultare inscalfibile? Quando la realtà dei fatti emergerà sotto una luce nuova, spaventosa almeno quanto la precedente, per molti sarà ormai troppo tardi. Ma qualcuno, forse, avrà una nuova occasione.”

Il libro parte con una nota molto semplice ma incisiva:

Nota: niente di quello che è scritto in questo libro è stato in alcun modo romanzato dall’autore.”

Un libro che consiglio in particolare a chi sogna di diventare un vero giornalista. Il libro, infatti, ci mostra questa storia, non solo attraverso le ricerche, le interviste, gli appostamenti e tutto ciò che è stato necessario per indagare su questa storia ma anche attraverso gli occhi e le sensazioni del suo autore.

Da padre di famiglia, era inevitabile che si immedesimasse. Così come sarà inevitabile per il lettore, fare un conto di quanti anni sono passati, di dove tutto è cominciato e a quel punto, di pensare che forse si è stati fortunati a non trovarsi nella zona interessata da questi “specialisti” che hanno lavorato sulle menti dei bambini.

 

Buona lettura.

Condividi