Guida al recupero crediti

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Con la situazione economica che stiamo affrontando, sempre più spesso, professionisti come lo STUDIO GIUSEPPE LEO insieme ai suoi avvocati, sono chiamati a gestire clienti inadempienti, ovvero coloro che non pagano quanto pattuito a fronte dei servizi ricevuti.

Situazioni del genere possono rappresentare una sfida significativa per la stabilità finanziaria di un’azienda e richiede un approccio strategico e metodico.

Quando incaricate qualcuno di recuperare dei soldi che vi spettano di diritto state investendo un professionista della responsabilità di adempiere alle proprie obbligazioni erogando un servizio completo e a norma di legge nonostante il cliente possa risultare insolvente.

Qualora dovesse venire meno ai suoi obblighi il professionista è passibile di azioni civili da parte del cliente o può essere individuato come concorrente all’illecito di irregolare tenuta della contabilità.

Questo timore più o meno consapevole è già di per sé sufficiente in molti Studi a giustificare centinaia di ore lavoro annue volte a dare una continuità di servizio a clienti fuori piano pagamenti di mesi o addirittura anni.

Ma come avviene il recupero dei crediti?

Come per la maggior parte dei processi amministrativi, anche quello del recupero dei crediti deve seguire una serie di procedure in maniera tale che possa innescarsi con estrema certezza e tempismo ogniqualvolta si presenti una data condizione d’innesco. Esempio:

“Attesi 5 giorni lavorativi dalla data di scadenza, non è stata accreditata la somma pattuita”.

Soddisfatta tale condizione, deve immediatamente essere eseguita la procedura, la quale potrà essere più o meno automatizzata in funzione dei mezzi, possibilità e strategia di recupero dello Studio incaricato.

È sconsigliabile attendere settimane o mesi per inviare il primo sollecito.

Di fatto agire in questo modo dà la sensazione al cliente che ha margine per poter fare leva finanziaria a discapito dello Studio. Inoltre, mantenere stretti i tempi è utile anche ad educare – letteralmente – il cliente a comprendere quali sono gli aspetti della relazione professionale sui quali non si è disposti a scendere a compromessi.

Per questo motivo si può immaginare che appena trascorsi 5 giorni lavorativi dalla scadenza si invierà un primo sollecito via mail, che di fatto non è altro che un promemoria bonario avente il compito di far intendere chiaramente, oltre che le scadenze mancate e gli importi dovuti, anche che lo Studio è attento e vigile sul tema.

Passato un breve lasso di tempo da questa prima comunicazione almeno altri 5 giorni lavorativi, qualora non sia ancora giunto l’accredito, c’è chi sceglie di inviare un secondo sollecito più formale via mail e via PEC. Questo perché a seconda del caso che si sta trattando può essere utile inserire nel testo del sollecito anche la richiesta di rendere palesi eventuali problematiche che impediscono attualmente al cliente di procedere al versamento.

Da qui in poi, spesso dipende dal professionista, ma subentra sostanzialmente la trattazione, dove si negoziano i termini.

Non vi aspettiate che tutto termini in poco tempo, ricordate che il modo migliore è sempre quello di “educare” nel migliore dei modi il cliente.

Il lavoro va pagato, sempre, anche a scaglioni durante un lungo lasso di tempo ma mai lasciar correre troppo tempo, non è mai un buon segnale se ciò avviene.

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