Come fare trading quando l’USD è debole

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Partiamo da un termine di cui si sente sempre più spesso parlare, ovvero la dedollarizzazione.

Si tratta di una parola derivata di cui è facile comprendere il senso anche se non si hanno grandi competenze finanziarie. La dedollarizzazione è sostanzialmente, un concetto che si inserisce perfettamente in quella che è l’attuale situazione geopolitica.

In altre parole, è solo perché il mondo è sempre più multipolare che si può parlare di dedollariazione mentre, fino a pochi anni fa, in pieno impero made in Usa, un concetto di questo tipo poteva al massimo essere un sogno di qualcuno ma nulla di più. Questa è la valenza politica del termine ma c’è anche un significato più economico che, pur essendo connesso a quello politico, fa soprattutto riferimento alla perdita di centralità di USD negli scambi globali.

In questo articolo affronteremo il suo significato più profondo spiegando così anche come si può investire in un contesto caratterizzato da un dollaro sempre più debole e da veri e propri tentativi di sostituire la centralità di USD con altre valute.

Come su detto, la dedollarizzazione è un termine che racchiude un doppio significato, uno di natura economica e uno di natura politica. Entrambi sono interconnessi tra loro nel senso che uno non può esistere senza l’altro e viceversa.

Dal punto di vista economico, la dedollarizzazione rappresenta un processo graduale attraverso il quale le nazioni cercano di ridurre la dipendenza dal dollaro statunitense come valuta di riferimento nelle loro transazioni economiche, commerciali e finanziarie.

Questo processo può coinvolgere l’uso di altre valute, come l’euro, il renminbi cinese o altre forme di pagamento internazionale. L’obiettivo finale della dedollarizzazione è quello di sostituire il dollaro con un’altra valuta di riferimento, riducendo così la vulnerabilità economica legata alle fluttuazioni del valore del dollaro e alla politica monetaria degli Stati Uniti.

Dal punto di vista politico, il termine dedollarizzazione assume un significato più profondo. Il dollaro è storicamente stato considerato la valuta di riferimento dei Paesi occidentali guidati dagli Usa. Proprio grazie a questo ruolo di leadership finanziaria, gli Stati Uniti hanno assunto il ruolo di guida del blocco geopolitico liberale. In questo contesto, la predominanza del dollaro viene vista come la longa manus attraverso la quale si rafforza l’influenza degli Stati Uniti nel mondo.

La dedollarizzazione politica può essere quindi intesa come una sfida a tutto questo. Paesi come la Russia o la Cina, fautori di un sistema multipolare, puntano a ridurre la loro dipendenza dal dollaro per ridurre l’influenza economica degli Stati Uniti. Lo stesso discorso vale per gli altri emergenti come Brasile, India e Sud Africa che attraverso la dedollariazione, puntano proprio a rafforzare la loro autonomia economica riducendo la vulnerabilità alle fluttuazioni del dollaro.

Insomma, quando si parla di dedollarizzzione economica e dedollarizzazione politica si intende, in realtà, un unico concetto che ha due facce. Oggi basta essere aggiornati sull’attuale situazione economico e geopolitica per intuire come mai si stia nuovamente parlando così tanto di dedollariazione.

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