A che punto siamo con il vaccino

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La situazione vaccino per il Covid-19 sembra essere un gran guazzabuglio ma ciò era inevitabile se pensate che la corsa per trovare la formula adatta è iniziata mesi e mesi fa. Quindi le varie percentuali e le tante voci che si sentono in merito a percentuali raggiunte sulla sua efficacia, non possono fare altro che farci stare meglio, almeno con il pensiero.

Il rischio sanitario dovuto alla pandemia di coronavirus rimane molto alto, nonostante il report dell’Istituto Superiore di Sanità di sabato abbia registrato un calo dell’indice Rt a 1,18. A ricordarlo è il ministro italiano della Salute, Roberto Speranza, che ha voluto così respingere ogni possibilità di allentamenti delle restrizioni, in un intervenendo al convegno FarmacistaPiù:

“I primi segnali in controtendenza dopo le settimane di crescita vertiginosa del contagio si vedono, ma sono ancora del tutto insufficienti. La pressione sui sevizi sanitari è fortissima. L’indice Rt sta calando ma dovrà ancora scendere strutturalmente sotto l’1. Solo allora vedremo risultati più significativi”. E ha dunque invitato i cittadini a “resistere per una fase significativa. Guai a interpretare questi primi segnali come un liberi tutti. “

Già da giorni, infatti, è in moto la macchina che permetterà una fitta rete di distribuzione su tutto lo stivale.

Ci sarà una campagna di vaccinazione anti-Covid nel Paese che probabilmente sarà senza precedenti e che richiederà un impegno straordinario di tutte le energie in campo. – ha dichiarato il ministro. – Si svilupperà ci auguriamo fin dalla fine di gennaio, quando appare in questo momento possibile che potremo avere le primissime dosi. – Le primissime dosi di vaccino anti-Covid che arriveranno, ha sottolineato il ministro della Salute – saranno dedicate alle categorie più esposte a partire dai professionisti sanitari, i soggetti fragili, gli anziani nelle Residenze sanitarie e gli anziani con patologie”.

In Italia già in questi giorni resta centrale il dubbio che molti si pongono su quanto accadrà nel periodo delle festività. Anche su questo la sottosegretaria alla Salute, Sandra Zampa, ha dichiarato un qualcosa che dovrebbe valere per tutti quest’anno:

“Questo Natale dobbiamo fare lo sforzo di essere davvero il meno numerosi possibile, non è il numero in sé ma più si allarga la cerchia di persone che non si frequenta abitualmente, maggiore è il rischio. Immagino che si possa dire cinque, sei persone al massimo tra gli affetti più cari ma è ovvio che non sarà possibile controllarlo, quindi a tutti verrà chiesto di limitare il più possibile le persone che si riuniscono. Mancano 40 giorni a Natale e in questo momento i dati epidemiologici ci dicono che non ci si può spostare tra regioni, ma ci aspettiamo che i numeri migliorino e che quindi siano possibili deroghe”.

A Capodanno, invece, sottolinea Zampa:

Non saranno permessi ritrovi in piazza e feste come negli anni passati, saranno adeguatamente normati anche quei giorni. Il governo – aggiunge – deve avere un atteggiamento molto rigoroso e, a differenza di questa estate, non ci saranno deroghe perché non possiamo immaginare una terza ondata”.

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