Quanto pesa la Guerra in atto sulla F1

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Quello che sta accadendo in Europa ma che coinvolge anche l’America non può non avere un peso sul mondo della F1 2022.

Specie se quanto accade è un atto condannabile e sprezzante dei più elementari principi del diritto internazionale che ha spezzato la sovranità di uno stato terzo ledendo la sua legittima domestic jurisdidiction. Il primo atto formale scatenato dalla crisi, è stata – come detto questa mattina – la cancellazione del GP di Russia che si sarebbe dovuto tenere a settembre.

Decisione presa dopo Sebastian Vettel che aveva affermando che lui, nel Paese di Putin, non metterà piede per correre. Visione da uomo con schiena dritta che noi condividiamo pienamente.

Per necessità si è dovuta schierare anche la Haas che grazie i capitali russi, pur essendo di proprietà americana, mette le ruote in pista. Il colosso delle risorse minerarie Uralkali è infatti il principale finanziatore della scuderia. Il magnate che detiene il colosso delle risorse minerarie di cognome fa Mazepin. Ed è il padre di Nikita che, cosa che non scandalizza nessuno, il sedile della vettura bianca se l’è letteralmente comprato.

Dmitry Mazepin, non più di due giorni fa, era in riunione con Vladimir Puntin e con altri oligarchi russi pesantemente colpiti dalle ritorsioni occidentali. Attacchi non fisici ma ai beni, alle proprietà, ai flussi finanziari.

Una situazione che ha immediatamente messo in allarme la compagine di Gene Hass che, nella notte tra giovedì e venerdì, ha staccato dai torpedoni, dalle vetture e dalle divise ogni riferimento allo sponsor Uralkali che al momento potrebbe non più essere in grado di elargire la pecunia pattuita.

Un colpo pesantissimo per gli americani che ieri hanno affrontato una giornata sterile sul fronte test. Mazepin non ha praticamente girato, Mick Schumacher è andato a singhiozzo. Problemi tecnici che si mescolano con quelli politico-finanziari. Una monoposto che deve migliorare, in un contesto di caos organizzativo senza precedenti.

La domanda che ieri aleggiava nel paddock catalano era piuttosto scontata.

Ce la farà Haas a sostenere le spese per partecipare al campionato 2022?

E Nikita Mazepin, la cui posizione è assai traballante, farà salvo il posto di lavoro?

Tutto ciò poi riconduce al nome di Michael Andretti che sta cercando, disperatamente, un varco per accedere a quel salone delle feste che è la F1. Prima della trattativa saltata con la Sauber e prima che facesse richiesta per entrare nel carrozzone come undicesimo team, il figlio del campione del mondo 1978 aveva provato la scalata proprio a quella Haas che ora si trova nel mezzo del fuoco incrociato.

L’ex pilota della McLaren ha riferito che prima che provasse ad imbastire una trattativa con Peter Sauber ha fatto “milioni” di tentativi per acquistare la Haas dalle mani del patron Gene che non più tardi di un paio di anni fa, aveva espresso dubbi sul futuro a lungo termine della sua squadra di F1.

Problematiche derivanti non solo da risultati tutt’altro che brillanti, ma anche da una difficoltà a racimolare fondi utili per dare un futuro radioso ad una realtà che annaspa in maniera preoccupante – e con poche prospettive – sugli scalini più bassi della classifica.

 

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