Come funzionano le spese dell’assistenza stragiudiziale

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La questione delle spese di assistenza stragiudiziale, corrisposte dal danneggiato al proprio difensore non dalla compagnia assicuratrice, è stata oggetto di numerose pronunce della Suprema Corte che ne hanno delineato i contorni in modo preciso e puntuale.

Con questo articolo vorremmo provare a fornire un breve riassunto sulle pronunce di legittimità sul punto, concludendo con alcuni consigli pratici ai danneggiati e ai loro difensori.

È in uso a numerose Compagnie, o se vogliamo a molti liquidatori, rivolgere al difensore del danneggiato la seguente affermazione:

“Caro avvocato, possiamo offrire la somma X, se accettate le liquido anche le spese legali, in difetto invierò offerta e pagheremo le spese solo a definizione del danno.”

Può sembrare una condotta sgradevole, quasi ricattatoria ma risulta essere un modo pratico e veloce per risolvere tali controversie. Un metodo che non dovrebbe mettervi apprensione, soprattutto se vi trovate dal lato della ragione.

Se però, il secondo caso avviene, va innanzitutto denunziata la condotta all’Ivass, previo reclamo preliminare all’Ufficio reclami della compagnia che gestisce il danno che potrebbe non sortirà alcun effetto. Nel reclamo andrà censurata la violazione dell’obbligo dell’assicuratore di inoltrare congrua e motivata offerta, ex. art. 148 del Codice delle assicurazioni.

L’Ivass, infatti, ha più volte evidenziato come il requisito della congruità dell’offerta, si soddisfa anche attraverso la corresponsione delle spese di assistenza legale.

Nella vigenza della Legge 990/69 si segnalano diversi orientamenti giurisprudenziali, sia in ordine alla risarcibilità in sé delle spese di assistenza stragiudiziali, sia sulla loro esatta qualificazione.

La giurisprudenza maggioritaria riteneva che al danneggiato dovesse riconoscersi il rimborso delle spese di assistenza legale e tanto in ossequio al principio del diritto di difesa ex art. 24 della Costituzione, essendo diritto del danneggiato quello di farsi assistere da un legale di fiducia (Cass. 11606/2005).

Le spese stragiudiziali, secondo un primo orientamento, andavano addebitate al danneggiante quale accessorio delle spese giudiziarie (Cass. 14594/2005) e quindi, soltanto se previste nelle tariffe forensi all’epoca vigenti e senza che vi fosse necessità di specifica domanda sul punto; per le spese non tariffate, invece, era necessario assolvere l’onere di allegazione e prova (Cass. 9400/99).

A questa impostazione se ne contrapponeva un’altra, minoritaria, che riteneva ripetibili le spese stragiudiziali solo se tra assicuratore e danneggiato vi fosse divergenza su an e quantum o in ipotesi di calcolo complesso o di inattività del debitore (Cass. 15684/2000, Cass. 3353/1997).

La questione ha cominciato ad essere all’ordine del giorno delle pronunce giurisprudenziali e ancor prima, in seguito all’entrata in vigore dell’art. 9 II comma del DPR 254/2006, emanato in applicazione dell’art. 150 I comma del D.Lgs. 209/2005.

Quel che è certo è che bisogna essere certi di affidarsi ad un patrocinatore stragiudiziale professionista. Solo così avrete tutte le informazioni del caso dalla A alla Z senza doversi preoccupare di disperdere i vostri risparmi. Non a caso agire in via stragiudiziale vi aiuta anche a velocizzare i mezzi di gestione della vostra problematica.

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