Come ci ha cambiati il Covid

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Del Covid-19 se ne parla ancora, quindi in realtà non siamo usciti totalmente dalla Pandemia, considerando che esistono aree nel mondo dove si continua a morire e ad isolare per chi risulta positivo a questo virus.

Abbiamo attraversato un periodo storico in cui l’umanità è stata aggredita da un virus sconosciuto, diffusosi rapidamente grazie all’intensa mobilità delle persone, che ha sconvolto il sistema socioeconomico globale, la nostra vita. Ci siamo trovati in una guerra, dove le bombe arrivavano silenziose e indisturbate e i soldati che la combattevano, indossavano camici bianchi.

Di quello che ci rimane oggi e di come affronteremo il futuro dopo quello che abbiamo vissuto, ce ne parla bene Ilaria Capua nel suo ultimo libro. La pandemia di COVID-19 ha dimostrato tutta la nostra fragilità. La sfida oggi per uscire dalla crisi perché più passa il tempo dall’inizio della pandemia, più scopriamo gli effetti inattesi a lungo termine del nuovo Coronavirus.

Le ricadute si prolungano in una coda lunga che non riguarda solo la salute fisica e psicologica delle singole persone, ma anche il benessere della collettività e la tenuta del Servizio sanitario nazionale.

Sergio Harari, noto pneumologo dell’Osp.le S. Giuseppe di Milano offre nel suo libro, un primo bilancio di quello che oggi viene chiamato «Long Covid» o «Post Covid», una vera e propria guida per le persone che continuano ad accusare disturbi dopo l’infezione, per aiutarle a capire e interpretare i sintomi e a valutare gli esami da fare per essere certi che la malattia non abbia lasciato strascichi nel nostro organismo, dalla stanchezza cronica alla nebbia cerebrale, dai danni cardiopolmonari a quelli gastroenterici, passando per i problemi che riguardano reni, fegato, pelle e capelli.

Non a caso, ricordo che la prima reazione di paura, da parte di chi guariva dal Covid, era quella di non riconsegnare subito le bombole di ossigeno tenute a casa, perché troppa era la paura di rimanere di nuovo senza il bene primario più grande, l’ossigeno.

Ampia attenzione oggi è dedicata anche al disagio psichico causato dalla pandemia, che ha fatto esplodere disturbi d’ansia, problemi del sonno e dell’alimentazione con una crescita significativa dei casi, specie fra le persone più fragili.

Un disagio che è ancora più marcato nei bambini e negli adolescenti, costretti dai lockdown e dalla didattica a distanza a una mancanza di relazioni sociali che è fonte di paure, con conseguenze anche gravi sul loro sviluppo.

Quale sarà dunque lo stato della nostra salute in futuro?

Il virus ha colpito l’intero globo, praticamente in ogni aspetto della vita e le conseguenze hanno superato ogni aspettativa.

La pandemia ha inevitabilmente cambiato, in un certo qual modo, anche le nostre personalità. Secondo un recente studio “Plos One” su migliaia di americani è stato proprio così, due anni di pandemia sono “pesati” – anche per chi non se ne rende conto – sulla nostra psiche come dieci anni e ci sono stati cambiamenti nell’estroversione e coscienziosità, soprattutto fra chi ha meno di 30 anni.

Lo studio, condotto dalla dottoressa Angelina Sutin della Florida State University College of Medicine e colleghi che è stato pubblicato su Plos One, e ha preso in esame i cambiamenti di personalità di 7109 persone iscritte all’Understanding America Study.

Stremati dalla pandemia, quella stanchezza cronica che ci ha lasciato il Covid perdura ancora.

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