I dati del Covid-19 nel mondo

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Questi che abbiamo raccolto oggi, sono i dati relativi alle registrazioni giunte fino allo scorso weekend. Dati che ovviamente vanno presi con le dovute precauzioni, visto che non siamo a conoscenza delle modalità con cui le varie Nazioni contino i doloro decessi. Come accade quindi per le morti sul territorio italiano, consigliamo di prendere il numero dei decessi con il giusto stato d’animo. Mentre purtroppo restano effettivi i dati legati ai contagi da Covid-19.

Il Brasile supera un’altra brusca soglia, ossia quella dei 130 mila decessi causati dal coronavirus. Nel Paese sudamericano sono stati registrati più di 43 mila nuovi casi nelle ultime 24 ore e il totale dei contagi diagnosticati è ora di poco sotto i 4,3 milioni. Intanto, dopo un lungo decorso, è guarito il presidente Jair Bolsonaro, positivo dal 7 luglio scorso.

Gli Stati Uniti rimangono il paese più colpito, seguito dall’India dove, per il quarto giorno consecutivo, sono stati registrati più di 90.000 nuove infezioni. Secondo il Ministero della salute sono 94.551 i nuovi casi di Covid-19 e 1.114 i nuovi decessi. Salgono così, secondo i dati ufficiali, a 4.754.356 i casi totali di coronavirus nel Paese, inclusi 78.586 vittime dall’inizio della pandemia. Di questi, 3.702.595 pazienti sono guariti mentre 973.175 sono ancora infetti a causa del virus. L’India è il secondo paese più colpito, dietro solo agli Stati Uniti.

Fanno sperare le notizie che arrivano dal Regno Unito. E’ ripresa infatti la sperimentazione clinica del vaccino anti-Covid di AstraZeneca messo a punto dall’Università di Oxford. I test sui volontari erano stati interrotti mercoledì scorso dopo che era stato riscontrato un effetto collaterale grave in uno di loro. Il vaccino che l’azienda farmaceutica sta sviluppando anche con il contributo italiano (della Irbm di Pomezia) è il primo sul quale l’Italia e l’Europa hanno investito per far sì che le dosi arrivino il più rapidamente possibile nei Paesi dell’Unione. In Italia, prima dello stop di mercoledì, i primi lotti sarebbero dovuti arrivare a novembre.

Intanto dall’Onu arriva una risoluzione per contenere la pandemia, ma Usa e Israele sembrano contrari.

L’Assemblea generale delle Nazioni Unite ha approvato in modo schiacciante una risoluzione per affrontare la pandemia di coronavirus nonostante le obiezioni degli Stati Uniti e di Israele, che ha protestato contro un emendamento cubano dell’ultimo minuto che esorta fortemente i Paesi ad opporsi a sanzioni economiche, finanziarie o commerciali unilaterali.

L’organismo mondiale ha adottato la risoluzione venerdì scorso, con un voto di 169 favorevoli e 2 contrari. È stata una forte dimostrazione di unità da parte dell’organismo più rappresentativo delle Nazioni Unite nell’affrontare il coronavirus, sebbene molti Paesi avessero sperato nell’adozione all’unanimità. La risoluzione non è legalmente vincolante. Chiede:

“un’intensificata cooperazione internazionale e solidarietà per contenere, mitigare e superare la pandemia – e sollecita gli Stati membri – a consentire a tutti i Paesi di avere un accesso tempestivo senza ostacoli a diagnosi, terapie, medicinali e farmaci di qualità, sicuri, efficaci e convenienti”.

Il super esperto Usa Fauci ha dichiarato:

“Normalità solo a fine 2021”

Anthony Fauci, il volto più noto ed autorevole della task force della Casa Bianca contro la pandemia, non ha escluso che il vaccino possa arrivare nei prossimi mesi ma prevede che solo quando la maggioranza degli americani sarà vaccinata la società potrà ragionevolmente aspettarsi una apparenza di normalità pre covid, ossia:

“nel 2021, forse verso la fine del 2021”.

Lo scienziato ha detto di non concordare con l’affermazione di Donald Trump, secondo cui gli Usa stanno “girando pagina” sulla pandemia.

 

 

I dati che abbiamo qui riportato, sono dati raccolti dalle maggiori testate giornalistiche italiane.

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