Quarta dose, proviamo a fare il punto della situazione

Condividi

È troppo presto per considerare l’utilizzo di una quarta dose di vaccino anti Covid-19 per tutti; quindi, per fortuna al momento non vi sono obblighi di alcun tipo. Meglio, per ora, che venga somministrata alle persone dagli 80 anni in su.

È questo il parere della task force per la pandemia da coronavirus composta dall’Agenzia europea per i medicinali (Ema) e dal Centro europeo per la prevenzione e il controllo delle malattie (Ecdc)

Ema ed Ecdc sono d’accordo, al momento non ci sono prove chiare a indicare come, negli adulti con sistema immunitario non compromesso, la protezione vaccinale fornita da 3 dosi stia diminuendo. Per questo, l’uso immediato di una quarta somministrazione per tutta la popolazione è ancora da valutare attentamente

In Italia il sottosegretario alla Salute Pier Paolo Sileri, è convinto che sarà la scienza a indicare “a quali fasce della popolazione somministrare un ulteriore richiamo, quando avremo forse un vaccino più aggiornato che andrà ripetuto ogni anno come il vaccino antinfluenzale”

Lungo lo stivale, le quarte dosi sono già somministrabili a cittadini in condizione di salute particolarmente precarie. Vanno somministrate non prima di 4 mesi dall’ultima iniezione ricevuta.

Tuttavia, meno del 10% dei cosiddetti pazienti fragili avrebbe già scelto di vaccinarsi contro il Covid con la quarta dose, che viene definita dal gruppo di ricerca Vax4frail, fondamentale per chi ha un tumore, soffre di patologie reumatologiche o neurologiche o assume farmaci immunodepressivi.

Dagli studi finora, notano Ecd ed Ema, non sono emersi problemi di sicurezza dagli studi sui booster aggiuntivi. Le prove sugli effetti di una quarta dose provengono in gran parte da Israele, dove le vaccinazioni con quarte dosi sono iniziate prima che altrove.

I dati indicano come una quarta dose riesca a ripristinare i livelli di anticorpi, senza sollevare nuovi problemi di sicurezza. Inoltre, sembra che riesca a fornire anche una protezione aggiuntiva contro le malattie gravi. Tuttavia, la durata dei benefici non è ancora nota e le prove sono ancora limitate e circostanziali.

La quarta dose potrebbe quindi essere indicata in autunno, con la somministrazione dei vaccini aggiornati contro le varianti di Sars-cov-2.

Al momento quindi, in Europa non ci sarebbero evidenze sufficienti a sostegno dell’uso immediato di una seconda dose booster, per gli adulti con un sistema immunitario normale. Tuttavia, combinando i dati sull’andamento della pandemia e quantificando il rischio di malattia grave tra i vaccinati nel corso del tempo, nel prossimo futuro potrebbe essere necessario estendere la quarta dose a una popolazione più ampia.

Lo scorso 29 marzo, anche negli Stati Uniti, la Food and drug administration (Fda) ha autorizzato la somministrazione della quarta dose dei vaccini a mRna contro Covid-19 (Comirnaty di Pfizer e Spikevax di Moderna) per tutte le persone di età superiore a 50 anni, dopo almeno 4 mesi dalla somministrazione del primo richiamo. Anche in quel caso, prima di quella data, la quarta dose (o seconda dose booster) era raccomandata soltanto a persone con una forte compromissione del sistema immunitario dovuta a patologie, trattamenti medici o trapianti, negli Stati Uniti come in Italia e in Europa.

Condividi