Il controllo degli italiani sulle proprie finanze

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Il dato più eclatante che emerge dallo studio Moneyfarm-Dectech è che, nonostante quanto vi abbiamo raccontato nell’ultimo articolo, oltre il 60% degli italiani non riesce a tenere sotto controllo le proprie finanze.

Purtroppo, tenere traccia delle proprie spese è un comportamento meno comune tra chi ne avrebbe più bisogno, le persone economicamente più vulnerabili cioè il 32% contro il 44% dei meno vulnerabili.

Per fortuna il 45% dei giovani under 40 dimostra maggiore attenzione a questi aspetti, contro il 35% degli over 40. È interessante poi prendere in esame coloro che investono i loro risparmi: il 76% degli investitori dichiara di avere pieno controllo delle proprie finanze.

Gli italiani sembrano nel completo, più attenti quando si parla di banche e conti correnti, oltre la metà degli italiani (52%) è abituata a tenere traccia del saldo comunicato dalla propria banca e a confrontare le uscite con le ricevute di pagamento.

Una buona pratica che adotta la gran parte delle persone economicamente meno vulnerabili (61%) e il 43% di quelle più vulnerabili. Rincuora anche il controllo sugli interessi che si pagano e si ricevono da conti correnti e depositi, effettuato dal 48% degli intervistati, anche se è decisamente meno comune tra le persone finanziamente più fragili (37% vs il 65% dei meno vulnerabili).

Interessante notare, a tal proposito, una differenza di genere molto significativa. Purtroppo, gli uomini (63%) sono decisamente più attenti delle donne (43%) agli interessi. Molto probabilmente perché fra i due sono quelle che guadagnano di meno. E anche qui si registra un’altissima diffusione di questa buona abitudine tra gli italiani che hanno almeno un investimento attivo: 74%.

Ma come si gestiscono i risparmi?

In questo quadro di difficoltà economiche il 95% degli intervistati ha almeno un conto corrente e/o deposito mentre solo il 58% detiene un qualche tipo di prodotto di investimento. Balza senz’altro all’occhio ancora una volta la differenza tra individui più e meno fragili economicamente, dove solo il 43% dei primi investe, rispetto al 73% di chi ha maggiori disponibilità.

Solo il 34% degli intervistati ha ricevuto una consulenza personalizzata da un professionista, percentuale che resta al palo tra chi è finanziariamente più vulnerabile (24% rispetto al 46% registrato tra i meno vulnerabili). Interessante notare che anche qui si registra una differenza di genere, gli uomini che investono sono il 41%, le donne si fermano al 33%.

Ci sono poi senz’altro abitudini molto utili, ma purtroppo ancora scarsamente diffuse tra gli italiani.

Come informarsi regolarmente su questioni di carattere economico-finanziario (39%), per esempio l’inflazione o i tassi di interesse, leggere settimanalmente la stampa finanziaria (27%) e ascoltare podcast o guardare video su argomenti economico-finanziari (30%).

Si noti che a informarsi di più sono le persone economicamente meno vulnerabili (51% contro il 32% delle fasce che invece ne avrebbero più bisogno a causa della maggiore fragilità economica), e gli uomini (il 52% contro il 34% delle donne).

Se infine si prendono in esame coloro che investono i propri risparmi, le percentuali sono molto incoraggianti: il 77% degli investitori si informa settimanalmente su questioni di carattere economico-finanziario, l’87% legge settimanalmente la stampa finanziaria e l’86% ascolta podcast o guarda video su argomenti economico-finanziari.

Andrea Rocchetti, Head of Investment Advisory di Moneyfarm, ha commentato:

“In un periodo di incertezza senza precedenti nella storia recente come quello che stiamo attraversando è fondamentale avere il controllo delle proprie finanze, informarsi e adottare un approccio responsabile e lungimirante alla gestione del risparmio, a maggior ragione quando si è più vulnerabili finanziariamente. Sono ancora troppo pochi gli italiani che investono con la guida di un esperto, eppure la propensione al risparmio deve essere oggi più che mai incanalata – in primis dagli operatori dell’industria – verso soluzioni di investimento adeguate, che aiutino le persone a proteggere il proprio risparmio e farlo crescere nel medio-lungo termine. Del resto, oggi la consulenza finanziaria di qualità non è più accessibile solo ai detentori di grandi patrimoni”.

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