La blockchain secondo il fondatore di eToro

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Già dallo scorso anno chi pensava che la blockchain non avesse futuro nel mondo della finanza doveva fare i conti con Yoni Assia. Il fondatore e ad di eToro, società leader nel trading online che ha portato il trading su tutti i dispositivi che ormai sono in nostro possesso e quindi alla portata di tutti, facendolo uscire dalla nicchia in cui era recluso, vede all’orizzonte una vera e propria rivoluzione:

“La tecnologia blockchain sostituirà l’infrastruttura alla base dell’intera industria finanziaria. Ne sono davvero convinto: il processo verrà completato entro i prossimi 10 anni – spiega Assia che a Milano ha incontrato alcuni giornalisti italiani – Blockchain e digital asset “divoreranno” il sistema che abbiamo imparato a conoscere negli ultimi secoli, anche se raggiungere il traguardo richiede tempo”.

Poi aggiunge:

“Il 98% del sistema finanziario è ancora molto legato ai processi tradizionali; se internet ci ha messo 10-15 anni a raggiungere un’adozione di massa penso che ci vorrà almeno lo stesso tempo per integrare pienamente la tecnologia nel settore bancario. Certo, ormai l’innovazione è entrata: il trading e pagamenti sono digitalizzati, ma l’implementazione della blockchain – nota Assia – richiede la trasformazione dell’intero sistema (regolamentazione compresa). – Perché ancora oggi, ricorda il fondatore di eToro – le analisi dei rischi e il rispetto delle procedure impongono agli istituti di credito lunghi tempi di attesa anche, per esempio, per un trasferimento di denaro che con la blockchain Ethereum, assicura, impiegherebbe appena 15 secondi”.

L’attenzione alla finanza, vizio di famiglia è da sempre un vizio di famiglia, già il nonno è stato un banchiere iracheno che ha fatto fortuna in Svizzera; il papà è tra i fondatori di Magic Software che dagli anni Ottanta ha cominciato a instillare il germe della tecnologia tra le banche.

Assia a 26 anni ha gettato le basi per eToro, la prima piattaforma digitalizzata per l’acquisto e la vendita di azioni senza intermediazione.

“Internet aveva già avuto il suo impatto sulle nostre vite, ma la mia era un’idea mai vista. Mi chiedevo se in Israele, nel mio Paese, avrei trovato le risorse e le capacità per portare a termine la startup”.

Insieme al fratello ce l’ha fatta, oggi come ben sappiamo, eToro vale 3,5 miliardi di dollari, ha raccolto fondi per mezzo miliardo (gli ultimi 250 milioni a febbraio) e vanta 32 milioni di utenti iscritti (3 milioni quelli che fanno trading con soldi veri). Le masse gestite depositate valgono 7,5 miliardi di dollari, in Italia sulla piattaforma si muovono 375 milioni di euro.

“Abbiamo fondato eToro perché volevamo rendere semplici e trasparenti la finanza e il trading”.

Il nome richiama la fase positiva del mercato (bull, il toro, nel gergo di Wall Street che si contrappone al bear, l’orso, che presuppone maggior cautela) con il dominio acquistato per 5mila dollari.

“Abbiamo sempre pensato che internet avrebbe potuto valorizzare i trader più talentuosi, per questo abbiamo deciso di aprire i profili dei nostri iscritti e di consentire agli utenti di copiare chiunque e adesso stiamo lavorando a un software che con l’intelligenza artificiale e il machine learning potrà indirizzare verso chi ha interessi simili ai tuoi”.

Se voi non avete mai visitato la piattaforma ufficiale, vi invitiamo a farlo ora, cliccando qui su etoro trading

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