Dove possono e non possono andare gli italiani

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La piega che sta prendendo la Pandemia nel mondo, ci obbliga ad una guida viaggio che chiarisca gli spostamenti, quanto meno quelli degli italiani, la seconda Nazione colpita e al momento fra quelle più in difficoltà, soprattutto per il risvolto economico che la situazione ha preso.

Gli spostamenti, quando cresce il pericolo di un contagio, sono sempre più complicati, inoltre la situazione evolve di continuo, ed anche le regole per chi si sposta potranno variare nelle prossime ore, quindi il consiglio è sempre quello di rapportarsi in primis con la compagnia aerea e di consultare il sito della Farnesina. Di fatto agli italiani è sempre consigliabile iscriversi al canale Dove siamo nel mondo, in modo da essere sempre informati in tempo reale su ciò che ci accade intorno in caso di pericolo.

Secondo il DPCM 13 ottobre che al momento non sembrano essere variati, sono liberamente consentiti, in base alla normativa italiana, gli spostamenti per qualsiasi ragione, Verso i seguenti Stati:

– Stati membri dell’Unione Europea: Austria, Belgio, Bulgaria, Cipro, Croazia, Danimarca (incluse isole Far Oer e Groenlandia), Estonia, Finlandia, Francia (incluse Guadalupa, Martinica, Guyana francese, Riunione, Mayotte; esclusi altri territori), Germania, Grecia, Irlanda, Lettonia, Lituania, Lussemburgo, Malta, Paesi Bassi (esclusi i territori al di fuori del continente europeo), Polonia, Portogallo (incluse Azzorre e Madeira), Repubblica Ceca, Romania, Slovacchia, Slovenia, Spagna (incluse isole Canarie e altri territori situati nel continente africano), Svezia, Ungheria;

– Stati parte dell’accordo di Schengen: Islanda, Liechtenstein, Norvegia (incluse isole Svalbard e Jan Mayen), Svizzera;

– Regno Unito di Gran Bretagna e Irlanda del nord (inclusi Gibilterra, Isole del Canale, Isola di Man, basi britanniche nell’isola di Cipro; esclusi i territori al di fuori del continente europeo);

– Andorra, Principato di Monaco;

– Repubblica di San Marino e Stato della Città del Vaticano.

Almeno fino al 13 novembre non sono permessi gli spostamenti liberi dei cittadini italiani da/per Albania, Bosnia Erzegovina, Serbia, Montenegro, Macedonia del Nord, Kosovo, Moldavia, Bielorussia, Ucraina.  In particolare, rimangono consentiti solo i viaggi per motivi di studio/lavoro/salute/estrema necessità, NON per motivi di turismo.

Da qui vi elencheremo una serie di Nazioni e le loro decisioni nei confronti di chi viene dall’Italia e non solo.

Austria – I residenti o domiciliati in Austria o negli altri Paesi appartenenti allo Spazio UE-SEE + Svizzera, Regno Unito, Principato di Monaco, San Marino e Vaticano, possono far ingresso in Austria via terra o via aerea senza obbligo di presentare un certificato medico che attesti la negatività al test del Coronavirus e senza obbligo di autoisolamento, qualora provengano dagli stessi Stati sopra individuati con cui è stata ripristinata la libera circolazione e purché non abbiano soggiornato negli ultimi 10 giorni in uno Stato diverso. L’allentamento riguarda dunque anche i residenti in Italia, in provenienza dallo stesso Paese o da uno degli altri Stati europei con cui è stata ripristinata la libertà di circolazione e che non siano stati in un Paese diverso da questi negli ultimi 10 giorni.

Belgio – I viaggi per turismo da/verso il Belgio sono nuovamente autorizzati a partire dallo scorso 15 giugno per viaggiatori in provenienza dai Paesi UE, dell’area Schengen e del Regno Unito, sono tuttavia fortemente sconsigliati i viaggi verso le “zone rosse” dell’area “UE+”. A partire dal 1° agosto, chiunque entri in Belgio dall’estero è tenuto 48 ore prima dell’arrivo a riempire un formulario on line, tranne nel caso di entrate per via terrestre per soggiorni in Belgio di durata inferiore alle 48 ore. Il Governo belga ha adottato una cartina dell’Europa a colori in costante aggiornamento, nella quale le regioni dei diversi Paesi vengono categorizzate a seconda del rischio epidemiologico e sono indicate le eventuali restrizioni all’accesso in provenienza dal Belgio verso quegli stessi Paesi e le eventuali misure di precauzione da adottare al rientro in Belgio. A partire dal 23 ottobre e fino al 7 novembre, i viaggiatori in arrivo in Belgio che abbiano soggiornato nei Paesi extra-UE/Schengen e nelle zone indicate dal Belgio come “rosse” all’interno dell’Europa, saranno tenuti ad effettuare un test solo in caso di sintomi; potrà al contrario essere obbligatorio osservare un periodo di 10 giorni di quarantena se dal test di auto-valutazione incluso nel formulario on line emergerà la tenuta di un comportamento ad alto rischio. Per quanto riguarda l’Italia, sono state inserite nella lista delle zone “rosse” tutte le regioni tranne le Marche, il Molise, la Puglia, la Basilicata, la Calabria e la Sicilia; queste sei regioni sono inserite nella lista delle zone “arancioni”, con riferimento alle quali è consigliata una prudenza rafforzata ed in provenienza dalle quali l’effettuazione di una quarantena non è obbligatoria.

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