Indagine nel Museo Egizio

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Indagine nel Museo Egizio – Un nuovo caso per Amelia Peabody è in realtà l’ultimo dei 5 romani di Elizabeth Peters (il cui vero nome è Barbara Mertz) nel quale mi sono imbattuta di recente ma che in realtà risale al 1988.

La Peters, dopo essersi laureata in Egittologia all’Università di Chicago, presso il celebre Oriental Institute, ed essere diventata un’apprezzata archeologa, ha unito questa passione a quella della scrittura. In questo modo è nata la serie che vedeva come protagonista Amelia Peabody e che è caratterizzata da un riuscitissimo mèlange di avventura e mystery, cui si uniscono le innumerevoli suggestioni storiche di un Paese ammaliante come l’Egitto.

I casi di Amelia Peabody sono stati tradotti in 16 lingue e hanno riscosso un enorme successo, vendendo milioni di copie. Inoltre, nel 1998, Elizabeth Peters è stata insignita del titolo di Grandmaster dall’associazione che riunisce i più prestigiosi giallisti americani, la Mystery Writers of America.

È morta l’8 agosto del 2013, dove viveva nel Maryland, in una fattoria con due cani e sei gatti (tra i quali ovviamente, ve ne erano due chiamati Nefertiti e Ramses).

“La paura può veramente uccidere? Alcuni ne sono convinti, ma Amelia Paebody è piuttosyo scettica al riguardo. Nella sua veste di detective dilettante, Amelia ha infatti già smascherato una lunga serie di lestofanti e di assassini si nella compassata Inghilterra vittoriana sia nel turbinoso Medio Oriente. E nutre seri dubbi sul fatto che la maledizione di una mummia della Diciannovesima Dinastia abbia causato la morte di un guardiano notturno del British Museum. Tuttavia, il poveretto è stato ritrovato ai piedi della mummia, con un’espressione di terrore sul volto, e la prospettiva di un’indagine per scoprire chi (o che cosa) lo ha ucciso è praticamente irresistibile per l’intraprendente Amelia. Senza contare che, al momento, in casa Peasbody si stanno annoiando un po’ tutti: senza sarcofagi da disseppellire e tesori da portare alla luce. Amelia, suo marito Emerson e il loro scatenatissimo figlioletto Rames hanno proprio bisogno di qualche svago… Eppure, una maledizione contemporanea può rivelarsi letale come una maledizione millenaria e i nebbiosi vicoli londinesi rischiano di essere ancora più pericolosi delle contorte viuzze del Cairo, soprattutto se un malfattore è ben deciso a mandare all’altro mondo la persona che gli sta dando la caccia: Amelia Peabody”

Ai tempi della sua uscita il The New York Times Books Review scrisse:

“L’Egitto misterioso e l’Inghilterra vittoriana, una serie di personaggi che lasciano il segno, storie divertenti e appassionanti…

Nel confronto tra Indiana Jones e Amelia Peabody, vince sicuramente Amelia… e con notevole distacco!”

Personalmente non concordo con questo pensiero che ora, nel 2022, non solo mi appare assai dato nel voler per forza confrontare un uomo e una donna (palesemente diversi, per chi conosce entrambe le storie) ma trovo che vada anche a sminuire la stessa Amalia.

Mi ci è voluto un po’ per legarmi alla storia, tra le prime 50 e 100 pagine sembrava quasi volesse dilungarsi troppo ma poi a man a mano mi sono legati a questa famiglia molto fuori dal comune, lo sarebbe anche per il nostro periodo storico. Non è avvincente solo la trama ma anche i rapporti che vi sono fra i suoi componenti, la famiglia e quelli che man manco arriveranno durante il racconto.

Trovo che da questa storia e dal suo personaggio, se ne possa trarre una gran bella ispirazione per un film.

 

Come sempre nell’articolo trovare il link ad Amazon perché questo è l’ultimo libro che ancora si riesce a trovare dell’autrice.

 

Buona lettura

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