Trading – Differenza fra Discrezionale e Automatico

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Non avevo idea che fra le domande più ricorrenti in ambito trading ci fossero dubbi che riguardassero il trading discrezionale e di quello automatico. In particolare, se fosse meglio l’uno o l’altro. L’ho scoperto solo ora, per cui, provo a fare chiarezza in merito a queste due tipologie di approccio.

Il trading discrezionale è sicuramente il primo approccio che un trader novizio ha con i mercati. Il termine “discrezionale” sta appunto ad indicare un approccio a discrezione del trader, ogni scelta di trading è unicamente imputabile ai suoi processi di analisi, sia tecnica che del rischio, in modo tale da rendere l’attività di trading più umana possibile.

In estrema sintesi, in questo approccio è semplicemente il trader ad essere al centro delle decisioni, a lui spetta la decisione finale sulle scelte di investimento è rimandata alla discrezionalità del trader, o meglio il “clic” finale sull’operazione è fatto unicamente dal trader.

Ovviamente il trader può disporre di molti strumenti in ausilio al trading discrezionale, come indicatori personalizzati di analisi tecnica, analisi statistiche, strumenti di calcolo particolari; eppure, questi sono solamente visti dal trader come strumenti ausiliari, fondamentali certo ma non indispensabili nelle scelte di trading.

Questo perché nel trading discrezionale c’è questo rapporto uomo-mercato dove il “cervello” del trader è il totale centro di comando di tutto, dall’analisi al clic finale per eseguire l’ordine.

L’approccio discrezionale è quello più utilizzato, il più semplice se il cervello è stato nutrito con le giuste nozioni e l’esperienza diretta sul campo. In sostanza, se un trader discrezionale si serve di strumenti automatizzati di calcolo, indicatori e altri strumenti non umani, comunque sarà definito discrezionale in quanto è l’ultima decisione, che spetta a lui, a renderlo tale.

La maggior parte dei trader retail e degli hedge funds hanno questo approccio, per lo meno coloro che fanno parte del mondo del “proprietary trading”, ossia del trading fatto all’interno di trading room, family office e fondi hedge che ricercano profili professionali di alto livello secondo il dettame “l’uomo è la miglior macchina esistente”.

 

Quando si parla invece del trading automatico, si parla di un tipo di trading dove l’elemento discrezionale, quindi umano, è ridotto ai minimi termini riguardo la decisione ultima sull’operazione di trading che si andrà a effettuare. Quindi mentre nel trading discrezionale è il trader ad essere al centro di tutto, in questo caso sono le macchine al centro di tutto. Questo tipo di approccio prevede, qualora dovesse essere fatto in modo professionale, l’elaborazione di software particolari con un ausilio sotto il profilo hardware molto particolare e in alcuni casi anche dispendioso.

Un’ottima connessione, una macchina affidabile e sempre performante, un software collegato a una piattaforma di trading necessariamente di alto livello, è il minimo che si possa chiedere per fare trading in modo automatico.

Questa è la parte finale in realtà, in quanto prima di utilizzare tutti questi strumenti, c’è un’enorme fase di studio circa la futura operatività del nostro “Trader-Robot”, ossia un nostro sostituto che vede i dati, li analizza e opera al posto nostro. Praticamente un trader automatico ha il compito di configurare un sistema di trading che riesca in modo sistematico e consistente a guadagnare sui mercati.

Ma se volete sapere quale sia il metodo migliore e più congeniale a voi, vi invitiamo a visitare la pagina di e-toro trading.

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