Cosa si può fare con i salari italiani

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“Poco quasi nulla”

Questa sarà una delle migliori risposte che avrete dato, nel momento in cui avrete visto il titolo di questo articolo.

Nelle scorse settimane ne abbiamo parlato più volte, analizzando i risultati riportati da economisti come Moneyfarm e dalla Federconsumatori.

Il dibattito sulla genitorialità che va avanti da qualche tempo – dove personalmente non ci siamo focalizzati sul diritto di avere o non avere figli ma su quello di di crescerli dignitosamente – c’è forse un elemento che viene troppo spesso dimenticato.

Per l’uomo più ricco del mondo è una lacuna comprensibile, per altri direi molto meno. Fare un figlio e crescerlo ha un costo. Anche perché in alternativa non si può certo pensare di farlo e poi farlo crescere allo stato brado senza le dovute cure e attenzioni, come purtroppo oggi accade nelle fasce sociali più basse.

Il costo che possiamo affrontare dipende ovviamente da quanto guadagniamo, sempre ovviamente se non c’è una o due famiglie benestanti alle spalle che si sobbarcano il peso di un’altra famiglia. Anche questa è una cosa sempre più comune lungo lo stivale, la si riscontra con una percentuale crescente man mano che si scende verso il sud, frutto di una mentalità per alcuni giusta, per altri sbagliata, dove la cosa importante è fare figli, poco importa poi se il lavoro non c’è e si fa fatica ad arrivare a fine mese.

E l’assegno unico costruito e introdotto dagli ultimi governi, con le radici addirittura in quello renziano, è un’amabile goccia nel mare, la confessione di quanto il paese non punti in alcun modo sul sostegno alla genitorialità e si stia condannando a un declino in fondo reversibile con un cambio delle politiche sociali.

Il bello arriva quando ad aprir bocca è qualcuno che allo stesso tempo non ha la minima idea di quello che sta dicendo. È quello che ha fatto Elon Musk, il fondatore di Tesla si è lancia in inquietanti profezie sul calo demografico nazionale, senza interrogarsi sulle cause sociali dietro il crollo della natalità.

Non c’era bisogno di Musk lo sapevamo anche senza il suo epitaffio che:

“Se queste tendenze continueranno, l’Italia non avrà più una popolazione”.

Discorso fra l’altro molto simile, a giudicare dalle cifre dei tassi di fecondità, a quello che si potrebbe fare per la Bosnia, la Spagna o la Grecia. O appunto per gli stessi Stati Uniti, dove la soglia è scesa sotto il cosiddetto tasso di rimpiazzo.

Partiamo con il dire che per ovvi motivi, in Italia l’età media di un’eventuale gravidanza è salita e il numero di figli sceso anche per la riduzione del periodo fertile e per ragioni di salute. Poi c’è il concetto dell’occupazione femminile. I salari scendono o diventano lavoro a nero e il caro vita sale.

Tutto ciò senza dimenticare che viviamo in un paese in cui possiamo trovare decine di alternative merceologiche per i piccoli, o tutti i servizi che desideriamo a carissimo prezzo, ma in cui nella fascia 0-3 anni la copertura degli asili nido pubblici non supera il 23%.

“Dovrebbero tirarglieli dietro, ai genitori, i posti negli asili con i pochi bambini che nascono”

…e invece è una caccia al tesoro e per quasi tutti, la rassegnazione a rette che farebbero impallidire un danese o uno svedese. Non tanto per la cifra assoluta quanto per l’assurdo sistema di fondo.

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