Timori di recessione e crisi energetica

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Ieri il cambio GBP/USD scende e tocca i minimi da oltre 2 anni e mezzo a 1,1444 dopo l’annuncio dell’elezione del nuovo Premier conservatore inglese Liz Truss che ha vinto la corsa a Downing Street con il 57,4% dei voti, rispetto ai 42,6% del suo rivale ed ex Cancelliere dello Scacchiere Rishi Sunak.

Inutile negarlo, il periodo non è per nulla positivo per la situazione che fa registrare una perdita di circa l’8% in 3 mesi ed il 15% da inizio anno, ritrovandosi su livelli che non si vedevano dal 1985.

Nonostante ciò, dai minimi toccati ieri mattina, oggi la coppia GBP/USD rimbalza parzialmente fino alla resistenza di 1,1522 per poi accelerare ulteriormente fino a 1,1606. Nel pomeriggio ritorna a quota 1,1524.

La reazione della sterlina all’elezione del nuovo premier britannico Liz Truss è dovuta principalmente ai suoi piani di stimolo fiscale dell’economia britannica.

Di fatto, al contrario, se fosse stato eletto Rishi Sunak, la sterlina avrebbe potuto apprezzarsi molto di più in quanto il suo programma prevedeva una lotta più sostenuta contro le spinte inflazionistiche e cioè proprio quello che i mercati vorrebbero sentire in questo momento.

Tuttavia, la svalutazione della sterlina è dovuta in parte anche alla forza dirompente del dollaro che sta segnando nuovi record contro tutte le principali valute. Infatti, i motivi principali di questo apprezzamento sono la politica monetaria aggressiva della Federal Reserve ed il ruolo di valuta rifugio del biglietto verde durante i periodi di particolare incertezza economica.

Nonostante ciò, la sterlina soffre soprattutto a causa del contesto macroeconomico britannico in forte deterioramento con pressioni inflazionistiche record (a luglio del +10,1% a/a), un valore PMI manifatturiero relativo ad agosto in contrazione a 47,3 (il dato più basso da maggio 2020) e un PIL su base trimestrale in calo dello 0,1%. Il consensus, infatti, si aspetta che il Regno Unito finisca in recessione entro la fine del 2022.

Gli effetti sui titoli di stato ci sono e questo è evidente. Di fatto anche i GILTS a 10 anni subiscono la perdita in conto capitale maggiore da circa un mese che porta il loro rendimento a superare il 3% a causa delle aspettative pessimistiche sulla crescita dell’inflazione (Core CPI al +6,2% a/a nel mese di luglio) e del piano di taglio delle tasse proposto dal nuovo Premier Truss che non ha convinto i mercati.

Le previsioni sul cambio GBP/USD, lasciano pensare che il cable possa subire ulteriori pressioni ribassiste nel medio periodo che potrebbero portarlo oltre il bottom di 1,1413, minimo del 1985. In caso contrario, la coppia GBP/USD potrebbe recuperare e portarsi vicino al primo target di breve periodo fissato a 1,1847.

Ulteriori allunghi solo oltre la resistenza di 1,2106 anche se queste eventualità saranno possibili solo se il nuovo premier andrà a cambiare radicalmente quella che è la propria strategia verso una con un focus più aggressivo contro l’inflazione.

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