Recupero crediti, tutto quello che c’è da sapere

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Chi effettua recupero crediti in maniera legittimata. Lo fa con una specifica autorizzazione a effettuare il recupero dei debiti non saldati dal debitore. per avere una prova di come si lavora in questo ambito, senza travalicare confini, si consiglia di consultare lo STUDIO GIUSEPPE LEO.

Il recupero di tali somme può avvenire con l’attuazione di una delle seguenti procedure:

Sollecito telefonico, la strategia in questo caso è di insistere, fino allo sfinimento, con il debitore. Qualcuno tenta anche con minacce velate volte ad assicurarsi il raggiungimento del risultato, farli saldare il debito;

Andare incontro all’attuale esigenza del cliente, in questo modo si vuole aiutare il debitore, in difficoltà, a saldare il debito a rate oppure spostando la scadenza del pagamento;

Procedere al pignoramento dei beni. Lo scopo è quello di accorciare i tempi attraverso la vendita all’asta dei beni.

Cosa può pignorare il recupero crediti? Il pignoramento è l’ultimo e più doloro degli step percorribili dal recupero crediti. Per questa ragione non è la strategia maggiormente messa in atto. Si pignorano in genere, solo un quinto dello stipendio; parte delle liquidità presenti sui vari conti correnti a lui intestati; l’autovettura; le abitazioni e ogni altro bene immobile a lui intestati; altri beni di grande valore come ad esempio i quadri.

Il creditore però può ottenere il pignoramento solo se il tribunale gli concede l’autorizzazione a procedere. Ottenuto il consenso, si procede ad avvisare il debitore con una notifica.

Sappiate che esistono beni non pignorabili, di fatto sebbene il creditore possa richiedere il pignoramento su tutti i beni del soggetto che non ha saldato il debito, esistono comunque beni intoccabili che non possono essere sottoposti a pignoramento nemmeno su richiesta del recupero crediti. Si tratta di beni indispensabili per condurre una vita dignitosa. Pertanto, non sono pignorabili il letto, il tavolo con le rispettive sedie, il computer o altri attrezzi utili a svolgere la propria attività lavorativa.

Ciò che però bisogna chiarire è come può un professionista, adempiere alle sue funzioni del recupero crediti e giocarsi come ultima carta quella del pignoramento con tutte le sue nuove regole. Esistono 3 meccanismi, la diffida del pagamento ad esempio. In questa prima fase il recupero crediti invia questa comunicazione al debitore. Il soggetto viene invitato a pagare entro la data di scadenza indicata.

Esiste poi il recupero dei crediti tramite telefonata oppure domiciliare, si mette in atto se, dopo la diffida, il debitore dopo la scadenza non ha ancora effettuato il pagamento. Anche in questo caso si rinnova l’invito a saldare il debito.

Il procedimento giudiziale è l’ultimo meccanismo che s’innesca. Infatti, se anche dopo il secondo avviso il soggetto non paga, si procederà con il pignoramento inteso come mezzo per attuare un pagamento forzato.

Infatti, come nel caso del recupero crediti INPS in cui hanno precisato a chi tolgono i soldi dalla pensione, la società responsabile dell’incarico è tenuta a rispettare i diritti del debitore e a osservare l’obbligato a informare direttamente solo ed esclusivamente l’interessato; non può chiedere il numero di cellulare ad altri soggetti se il debitore ha deciso di mantenerlo privato; non può fare stalking, sono tenuti a contattarlo in una fascia oraria ragionevole; non può affiggere sulla porta nessun avviso di mora; l’incaricato del recupero crediti domiciliare non può, per nessuna ragione, violare la privacy del debitore. Inoltre, deve cancellare i dati personali del debitore, una volta che ha saldato i debiti, e comunicarlo alla Crif e non può fornire informazioni false anche se l’obiettivo è quello di fargli saldare il debito.

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