Covid-19 i dati dal mondo

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La situazione Covid-19 nel mondo continua a preoccupare e in alcuni casi, dove si era registrato un calo dei contagi, l’apertura delle frontiere a causa delle vacanze estive, ha peggiorato ampiamente la situazione.

Negli Stati Uniti, dove sabato si sono registrati altri 49.643 contagi portando il totale a 5,38 milioni, sono stati eseguiti oltre 70 milioni di test sul coronavirus, “più dell’intera Unione europea”, e c’è stato un calo del tasso di positività del 71% da aprile e del 15% da luglio, il 6% solo nell’ultima settimana, questo secondo quanto dichiarato dal presidente americano Donald Trump, che ha tenuto una conferenza stampa da Bedminster. Trump ha anche detto che l’economia Usa, malgrado la grande “peste”, come chiama la pandemia, sta conoscendo la più veloce e potente ripresa della storia americana, e questo perché:

“ha solide basi e stiamo mettendo al sicuro 50 milioni di posti di lavoro”.

Record di contagi in Marocco, ben 1.776 nelle ultime 24 ore. È il numero più alto dall’inizio della pandemia. L’effetto, con ogni probabilità, della parziale apertura delle frontiere, a partire dal 15 luglio scorso, per la Festa del Sacrificio. Sono così rientrati in Marocco molti residenti sorpresi all’estero dalla pandemia, per ricongiungersi alle famiglie, in vista della ricorrenza musulmana Aid El Adha. In totale il numero dei contagiati supera le 41 mila unità, il che rappresenta un’incidenza di 113 casi ogni 100 mila abitanti.

La Tunisia registra un’impennata di casi nelle ultime 24 ore, altri 120 nuovi contagi da coronavirus che portano a 2.023 il totale dei casi confermati nel Paese nordafricano dall’inizio del diffondersi dell’epidemia. Lo ha reso noto il ministero della Sanità di Tunisi in un comunicato, precisando che i decessi salgono da 53 a 54, i guariti a 1327, con 642 persone attualmente positive sull’intero territorio. Preoccupa le autorità sanitarie la crescita costante di nuovi casi “locali”.

Secondo la Commissione europea criteri per la chiusura delle frontiere devono essere “esigenti”.

Con una lettera ai partner europei i commissari chiedono dunque di limitare le restrizioni a circostanze del tutto eccezionali. Bruxelles descrive la situazione sanitaria nella lettera come “volatile”, con casi in aumento in alcuni Paesi, in diminuzione in altri.

E sebbene sia consapevole che gli Stati hanno l’ultima parola sulle quarantene e sulla gestione delle frontiere, ricorda loro che l’Europa ha molto in gioco:

“Data l’esperienza dell’inizio della pandemia, ci teniamo a sottolineare che il coordinamento resta fondamentale per garantire chiarezza e prevedibilità per i cittadini e le imprese, soprattutto nel settore dei viaggi”.

Tre mesi fa il Commissario all’Economia italiano, Paolo Gentiloni, in un’intervista a El Paìs, aveva proclamato:

“Avremo una stagione turistica estiva”.

Il tempo gli ha dato ragione. I viaggiatori si sono spostati attraverso il continente ma fra i vari risultati c’è quello che vede a metà agosto nuovi focolai qua e là. Venerdì è stato un giorno nero per la mobilità, in sole 24 ore la Germania ha sconsigliato di recarsi in Spagna perché considerata una “zona a rischio”. Il Regno Unito ha imposto una quarantena di due settimane ai viaggiatori provenienti dalla Francia. E Parigi ha risposto facendo lo stesso con coloro che entrano nel loro Paese dalle isole britanniche.

Questo sabato, i Paesi Bassi hanno raccomandato di non recarsi in sei province spagnole (Madrid, Isole Baleari, Burgos, Salamanca, Almería e Navarra). Casi simili ci sono stati anche in altre parti del continente. E Bruxelles teme di far rivivere il caos ai confini delle prime fasi della pandemia.

Ecco perché vi consigliamo di considerare bene eventuali prenotazioni all’estero per le vostre vacanze ancora in corso. Viviamo ormai in un periodo così instabile che non possiamo sapere quali saranno le disposizioni che oggi usciranno per domani.

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