Rublo a picco

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È inevitabile che la situazione, che al momento spaventa l’Europa e non solo, influisca pesantemente sull’economia. Tale peso aumenterà nel corso del tempo se la situazione non migliorerà.

Non a caso è già da una settimana, panic selling sui mercati russi dopo l’attacco della Russia all’Ucraina con a seguito le pensanti sanzioni imposte dall’Occidente che rischiano di isolare Mosca dagli scambi internazionali.

Fra questi la possibilità che il G7 calchi un po’ la mano ed escluda la Russia dal sistema dei pagamenti internazionali denominato SWIFT. Per questo motivo già nel weekend si è vista una vera e propria corsa agli sportelli, o meglio ai bancomat, per il prelievo di dollari, che ha ulteriormente penalizzato la valuta russa, il rublo.

Come se non bastasse, petrolio e oro in impennata, vendite a raffica sui titoli in portafoglio da parte dei risparmiatori, tasso d’interesse raddoppiato al 20% dalla Banca centrale russa, appena dopo l’allerta nucleare ordinata da Vladimr Putin e le nuove sanzioni decise contro la Russia, si scatena il terremoto sui mercati.

Volano i prezzi delle materie prime e le Borse tornano in rosso, dopo la breve ripresa della fine della settimana scorsa.

Sulla piazza londinese Sberbank ha perso il 74%, Gazprom il 51%, Lukoil il 62,8%, Rosneft il 42,3%, Magnit il 74%. Tra gli Etf, VanEck Russia sta perdendo il 26%, iShare Msci Russia il 23,4% mentre Lyxor Msci Russia il 51,7%.

Sempre in Russia, riportano le agenzie di stampa, continuano le maxi-code ai bancomat in tutto il Paese, con i risparmiatori che ritiravano valuta estera mentre aumentavano i timori di un crollo del rublo. Come è effettivamente successo.

Wall Street ha aperto in negativo. Il Dow Jones perde l’1,44% a 33.576,50 punti, il Nasdaq cede lo 0,65% a 13.5999,39 punti mentre lo S&P 500 lascia sul terreno l’1,06% a 4.338,26 punti. A risentirne sono anche le Borse europee.

La Banca Centrale della Russia ha deciso di incrementare il tasso di interesse principale dal precedente 9,5% al 20%.

La decisione della Banca Centrale Russa è da intendersi come un tampone deciso per arginare il panic selling che da 5 giorni sta mandando a picco il Rublo. L’andamento della valuta russa sul Forex è infatti un disastro e le prospettive, se il quadro complessivo delle sanzioni contro Mosca dovesse essere confermato, è ancora peggio.

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Al di là degli specifici numeri, è evidente che ci sia una crisi totale di fiducia nei confronti della divisa russa.

La verità è che più aumenta l’isolamento economico e finanziario della Russia da parte di Europa e Usa, più il Rublo va allo sbaraglio. Il nuovo sell-off, in particolare, è un chiaro effetto delle ultime sanzioni imposte a Mosca e riguardanti l’esclusione, come sopra citato, di alcune banche russe dal sistema di pagamenti internazionale Swift e l’introduzione di forti limitazioni ai movimenti finanziari di alcuni oligarchi russi della Duma.

Una situazione difficilissima che oltre ad aprire la porta al baratro economico di una Russia già in forte difficoltà a seguito della pessima gestione della pandemia di covid19, potrebbe, dal punto di vista geopolitico, spingere Mosca definitivamente nelle braccia della Cina.

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