I libri di Enoch – recensione

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I Libri di Enoch è un testo apocrifo di origine giudaica la cui redazione definitiva risale al I secolo a.C., pervenuto ad oggi integralmente in una versione redatta in una antica lingua dell’Etiopia, da cui il nome Enoch etiopico.

Per chi non lo conoscesse, di Enoch, secondo la Genesi bisnonno di Noè, la tradizione ebraico-cristiana ha riferito tre distinti testi, nessuno dei quali accolto negli attuali canoni biblici ebraico o cristiano.

Descrivere la genesi storica del Libro di Enoch è abbastanza complicato.

La maggior parte degli studiosi concorda nella datazione del Primo Libro dei Vigilanti al IV secolo a.C. Il libro racconta dell’unione di alcune donne e di sette angeli, i quali presiedono altrettante stelle della volta celeste; racconta, quindi, l’ira e il castigo divino che precipita entrambi in un “luogo deserto” e di fuoco, destinando gli angeli a bruciare in un luogo peggiore a conclusione del Giudizio Finale.

Gli angeli caduti insegnano la scienza e la tecnica agli umani, tramite le donne. Ma gli angeli sono puniti non tanto per la trasmissione della conoscenza dal mondo ultraterreno a quello terreno, quanto piuttosto per la violazione dell’ordine divino-naturale della creazione: per non aver rispettato la trascendenza degli esseri spirituali, unendosi a delle creature umane e per avere abbandonato la propria sede astrale.

Al pari di molti altri testi apocrifi, la mancata accoglienza del Libro di Enoch nei canoni ebraico e cristiano ne causò un lento e progressivo abbandono. La copia dei testi sacri fatta dagli amanuensi era particolarmente costosa, basti pensare che per ogni pagina di pergamena serviva una pelle di pecora e quindi veniva ovviamente dedicata ai testi che erano usati per studio o preghiera.

Non si deve quindi pensare ad una caccia o persecuzione dei testi apocrifi. Le ultime citazioni dal Libro di Enoch risalgono agli inizi del IX secolo nell’opera Chronographia Universalis dello storico bizantino Giorgio Sincello. La memoria delle tradizioni enochiche rimase tuttavia vivida in ambito cristiano, islamico ed ebraico.

Il processo di riscoperta del Libro di Enoch in Europa prese avvio nel Rinascimento all’interno del movimento della Cabala cristiana.

Oggi ai moderni che amano riscoprire testi antichi, il tutto può risultare veramente molto affascinante. Come la versione che vi abbiamo lasciato nel link ricorda:

“I versi di apertura del Libro di Enoch ci dicono che le rivelazioni in questo libro non erano destinate alla generazione di Enoch, ma piuttosto a una generazione lontana e il libro dovrebbe naturalmente essere più applicabile alle generazioni dopo Cristo. […] Questo libro potrebbe essere stato inteso per la nostra generazione, dato che è ampiamente disponibile oggi dopo essere stato nascosto per più millenni.”

 

A me personalmente è stato prestato da mio cugino a voi ho lascato nel testo, il link che porta ad Amazon.

Buona lettura

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